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July 10, 2023
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Casa Bianca in subbuglio: di chi è la cocaina trovata negli uffici del presidente?

La sera del 2 luglio gli agenti dei servizi segreti hanno trovato la polvere in un piccolo sacchetto di plastica

Massimo JausbyMassimo Jaus
Casa Bianca in subbuglio: di chi è la cocaina trovata negli uffici del presidente?

US President Joe Biden - ANSA/EPA/JIM LO SCALZO

Time: 4 mins read

È il thriller dell’estate. Una detective story da seguire sotto l’ombrellone. Un mistero che sta mandando i repubblicani in sollucchero e mette il presidente in difficoltà: di chi è la cocaina ritrovata alla Casa Bianca? 

Sono passati 8 giorni da quando è stata scoperta la droga nella West Wing della residenza presidenziale e ancora non si riesce a capire chi l’abbia portata alla Casa Bianca. Un rebus che per ora gli agenti del Secret Service non sono riusciti a risolvere nonostante le numerose telecamere e le ossessive misure di sicurezza a cui vengono sottoposti i visitatori per entrare nella residenza del presidente degli Stati Uniti. Anche perché inizialmente la sostanza bianca contenuta in una bustina di plastica era stata confusa per antrace e sul posto per primi erano accorsi i vigili del fuoco con le tute bioprotettive.  

La sera del 2 luglio gli agenti dei servizi segreti hanno trovato la polvere in un piccolo sacchetto di plastica trasparente durante il controllo di routine di fine giornata. Il presidente Joe Biden era a Camp David con i membri della sua famiglia per il lungo fine settimana del 4 luglio. La First Family è tornata a Washington solo nel tardo pomeriggio di Independence Day, due giorni dopo il ritrovamento, per prendere parte ai festeggiamenti della serata. 

“La droga – ha affermato Anthony Guglielmi, portavoce dell’ufficio dei Servizi Segreti – è stata trovata in una cassettiera-ripostiglio all’ingresso della West Wing dove il personale e i visitatori debbono lasciare i cellulari e altri dispositivi elettronici prima di entrare nella zona West Executive”. Un’area anche usata dagli autisti delle auto del presidente e del vicepresidente, situata un piano sotto i principali uffici della West Wing e lo stesso piano della Situation Room e di una sala da pranzo. Una zona molto trafficata dai turisti e dai dipendenti che vogliono portare parenti o amici a visitare la Casa Bianca. Un fatto che avviene di solito la sera dopo la chiusura degli uffici o nei fine settimana.

Hunter Biden – ANSA/EPA/TOLGA AKMEN

Antony Guglielmi ha detto che le indagini sono in corso per stabilire come la droga sia entrata nella Casa Bianca, aggiungendo che gli inquirenti stanno esaminando i registri dei visitatori e i filmati delle telecamere a circuito chiuso nel tentativo di identificare la persona o le persone responsabili. Inoltre sulla bustina in cui c’era la droga sono state rilevate impronte digitali. Ciò nonostante, fonti a conoscenza dell’indagine che hanno parlato con il New York Times hanno affermato che ci sono stati così tanti turisti nel fine settimana del 4 di luglio in quella zona della Casa Bianca che è problematico trovare la persona che ha lasciato la cocaina.

Le incertezze degli inquirenti vengono interpretate dai repubblicani come un’altra forma di occultamento delle malefatte del presidente. E, ovviamente, vengono avanzate le teorie più bizzarre sul misterioso possessore della droga.  

Il deputato James Comer, presidente repubblicano della commissione della Camera per la supervisione e la responsabilità, ha inviato venerdì una lettera al direttore dei servizi segreti Kimberly Cheatle chiedendo il 14 di luglio un briefing a livello personale su questo incidente.

“La presenza di droghe illegali alla Casa Bianca è inaccettabile e rappresenta un momento vergognoso nella storia della Casa Bianca”, ha affermato Comer nella lettera. “Questo incidente ha sollevato ulteriori preoccupazioni con il Comitato per quanto riguarda il livello di sicurezza mantenuto alla Casa Bianca”.

Diversi repubblicani hanno affermato che i servizi segreti dovrebbero rilasciare informazioni relative alle indagini invece di minimizzare la vicenda. 

Tom Cotton – wikimedia

Il senatore Tom Cotton, repubblicano dell’Arkansas, ha pubblicato una copia di una lettera che ha inviato ai Servizi Segreti, chiedendo maggiori informazioni su come i visitatori vengono sottoposti a screening prima di entrare alla Casa Bianca e se esistono diversi livelli di screening.

Il congressman repubblicano della California Darrell Issa intervistato da Fox News ha accusato il presidente che continua ad avere rapporti con il figlio Hunter e lo invita alla Casa Bianca “anche se ha una lunga storia di tossicodipendenza. Non è un problema da poco trovare cocaina dopo che Hunter Biden è stato alla Casa Bianca”.

Molti attivisti di destra hanno anche condiviso un video non datato di Hunter Biden che si gratta il naso mentre è in piedi sul balcone della Casa Bianca. O chiedono retoricamente a chi potrebbe appartenere la cocaina, oppure affermano che la clip mostra Hunter che sniffa attivamente cocaina.

Altri ultras repubblicani, come Dan Bongino non incolpano esplicitamente Hunter, ma insistono sul fatto che “qualcuno della famiglia Biden ha portato la cocaina”. “C’è assolutamente ZERO possibilità che qualcun altro che non sia della famiglia Biden abbia potuto portare la droga alla Casa Bianca” ha scritto Bongiovino in un twitt.

L’ex presidente Donald Trump ha una teoria diversa: “Deranged Jack Smith, il folle procuratore speciale che mi odia è stato visto nell’area della COCAINA?” ha scritto sul suo sito Truth Social, aggiungendo “Mi sembra un drogato!”

Subito dopo il governatore della Florida Ron DeSantis ha lasciato intendere che il figlio del presidente Biden, Hunter, potrebbe essere stato colui che ha lasciato la cocaina nella West Wing. “Ma era di Hunter? Tutti pensano che sia la cocaina di Hunter quella trovata alla Casa Bianca” ha detto il governatore quando è tornato in Florida dal suo programma elettorale che lo ha portato in Iowa e New Hampshire.

Fox News si è unita al coro delle speculazioni, ipotizzando che la cocaina potrebbe essere stata mescolata con qualcosa di più mortale. “Non sappiamo se ci sia fentanil anche in quella cocaina”, ha detto il conduttore di Fox & Friends Brian Kilmeade. Ovviamente senza nessuna prova.

Mark Morgan, l’ex responsabile dei servizi di controllo delle frontiere nominato da Donald Trump, che prima di assumere l’incarico era un agente dell’FBI, ha detto alla CNN che è impossibile non risolvere il caso suggerendo che gli uomini di Biden potrebbero cercare di bloccare l’indagine condotta dai Servizi Segreti. “Un’indagine come questa è piuttosto semplice. Tutti quelli che entrano alla Casa Bianca vengono registrati”, ha detto Morgan, aggiungendo: “Sanno chi entra, sanno quando sono entrati, sono controllati e ci sono videocamere ovunque. E’ impossibile non sapere chi ha lasciato la droga”.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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