“Gli Stati Uniti sono stati fondati su terre rubate agli indigeni. Questo 4 luglio impegniamoci a restituirle”.
È senz’altro originale lo slogan adottato sui social da Ben & Jerry’s – storica e amatissima marca di gelati made in USA – per celebrare uno dei capisaldi dell’americanità: il 4 luglio, ossia la Giornata dell’indipendenza.
Piuttosto che festeggiare l’affrancamento dalla monarchia britannica, la società di South Burlington (Vermont) si è infatti concentrata su quello che è accaduto dopo la Dichiarazione d’indipendenza del 1776 – ovverosia la mitizzata espansione verso ovest e la conquista armata (e sovente brutale) delle regioni abitate dai nativi americani.
L’azienda, oggi di proprietà della multinazionale olandese-britannica Unilever, ha sostenuto che i festeggiamenti e le celebrazioni del 4 luglio possono “distrarre da una verità essenziale sulla nascita di questa nazione”.
“Qual è il significato della Giornata dell’Indipendenza per coloro a cui questo Paese ha rubato la terra, per coloro che sono stati uccisi e costretti con brutale violenza nelle riserve, per coloro che sono stati allontanati dai loro luoghi sacri e a cui è stata negata la libertà?”, si legge in un post sul sito Web della società.
This 4th of July, it's high time we recognize that the US exists on stolen Indigenous land and commit to returning it. Learn more and take action now: https://t.co/45smaBmORH pic.twitter.com/a6qp7LXUAE
— Ben & Jerry's (@benandjerrys) July 4, 2023
Ma le invettive finiscono per colpire anche quattro tra i padri nobili più amati d’America – i cui volti sono stati immortalati sul celebre Monte Rushmore. Si parla ovviamente di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln – che rappresentano rispettivamente la nascita, la crescita, lo sviluppo e la conservazione della nazione.
“I volti sul Monte Rushmore sono volti di uomini che hanno lavorato attivamente per distruggere le culture e i modi di vita indigeni, per negare ai popoli indigeni i loro diritti fondamentali”, conclude la dichiarazione.
Dichiarazioni che hanno inevitabilmente suscitato una serie di polemiche. Alcuni hanno persino invitato a boicottare l’azienda – in modo simile a quanto fatto dai conservatori con la Bud Light dopo che la società aveva promosso una pubblicità con la modella trans Dylan Mulvaney.
Non è però la prima volta che Ben & Gerry’s prende posizione su questioni divisive: lo scorso anno, ad esempio, il cofondatore Ben Cohen ha donato più di un milione di dollari a un’organizzazione che chiede la fine del sostegno militare degli Stati Uniti all’Ucraina. In passato l’azienda ha inoltre sostenuto la comunità LGBTQ+ e il movimento Black Lives Matter. Sul suo sito web, Ben & Jerry’s afferma infatti che la sua missione sociale è quella di “eliminare le ingiustizie nelle nostre comunità integrando queste preoccupazioni nelle nostre attività quotidiane”.