Dopo il rilascio della cestista statunitense Brittney Griner – liberata lo scorso dicembre al posto del trafficante di armi russo Viktor But – il Cremlino sembra disponibile a un nuovo scambio di prigionieri con Washington.
Stavolta al centro delle trattative ci sono il giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich – detenuto a Mosca per presunto spionaggio – e Vladimir Dunaev – che invece è in carcere in Ohio con l’accusa di crimini informatici.

A manifestare la disponibilità russa a un negoziato è stato lunedì il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, sollecitato da un giornalista che gli ha chiesto delucidazioni sul fatto che tanto a Gershkovich quanto a Dunaev fossero state concesse visite consolari (lungamente attese da entrambi) lo stesso giorno.
“Abbiamo detto che ci sono stati alcuni contatti sull’argomento, ma non vogliamo che vengano discussi in pubblico”, ha detto Peskov relativamente ai presunti colloqui segreti. “Devono essere portati avanti e proseguire nel più completo silenzio”.
Gershkovich, 31 anni, è stato arrestato a fine marzo a Ekaterinburg mentre stava lavorando a un reportage per il suo quotidiano, ed è attualmente detenuto nel famigerato carcere di Lefortovo, periferia sud-est di Mosca. Il mese scorso, un tribunale della capitale ha prolungato la sua detenzione cautelare in carcere fino al 30 agosto.
L’ultimo caso di un giornalista americano accusato di spionaggio dalle autorità russe era avvenuto nel settembre 1986, quando il KGB aveva arrestato Nicholas Daniloff, corrispondente a Mosca di US News and World Report. Il reporter venne tuttavia liberato appena 20 giorni dopo in uno scambio di detenuti con un dipendente della missione sovietica all’ONU precedentemente fermato dall’FBI.
Dunaev, che di anni ne ha invece 40, è stato arrestato in Corea del Sud nel settembre 2021 con l’accusa di crimini informatici, venendo estradato negli Stati Uniti il mese successivo. Secondo il dipartimento di Giustizia di Washington, il russo sarebbe stato membro di un gruppo che avrebbe utilizzato il malware “Trickbot” per effettuare attacchi informatici in tutto il mondo tra il 2015 e il 2020 contro scuole, enti governativi e istituzioni finanziarie. Se condannato per tutti i capi di accusa che gli sono contestati – che vanno dalla cospirazione alla frode telematica e al furto d’identità – rischia fino a di 60 anni di carcere.
Oltre a Gershkovich, la Casa Bianca chiede da tempo anche il rilascio di Paul Whelan, un ex marine statunitense costretto in un campo di prigionia in Mordovia da oltre quattro anni. Gli altri tre cittadini americani attualmente detenuti in carceri russe comprendono gli insegnanti Marc Fogel e Sarah Krivanek, nonché il musicista Michael Travis Leake.