Un giudice federale degli Stati Uniti ha stabilito martedì che la Casa Bianca non può chiedere alle aziende di social media di rimuovere o modificare contenuti pubblicati sulle loro piattaforme.
La sentenza afferma che le agenzie governative come il Dipartimento della Salute o l’FBI non possono “sollecitare, incoraggiare, fare pressione o indurre in qualsiasi modo la rimozione, la cancellazione, la soppressione o la riduzione di contenuti contenenti libertà di parola protette” ai sensi della Clausola della libertà di parola del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
L’ingiunzione è stata emessa in risposta a una causa intentata dai procuratori generali repubblicani della Louisiana e del Missouri – Eric Schmitt e Jeff Landry – secondo cui i funzionari governativi statunitensi avrebbero oltrepassato la loro autorità nel tentativo di indurre alcuni social network a censurare i post no-vax o cospirazionisti.
Nell’ordinanza presentata alla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Occidentale della Louisiana, il giudice Terry Doughty ha tuttavia previsto delle eccezioni limitate per le comunicazioni tra funzionari governativi e aziende, tra cui la segnalazione di pericoli per la sicurezza nazionale e di comportamenti criminali.
L’ingiunzione emessa martedì è una vittoria per i repubblicani che avevano citato in giudizio l’amministrazione, sostenendo che stesse sfruttando la crisi sanitaria per censurare le opinioni ‘scomode’.
Un funzionario della Casa Bianca ha intanto dichiarato che il Dipartimento di Giustizia sta esaminando l’ordine e valuterà un eventuale ricorso.