Era stato arrestato la settimana scorsa. Era uno dei tanti che aveva preso parte al tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021. Il suo arresto era passato del tutto inosservato. A suscitare la curiosità di giornalisti è stata una lettera inviata al magistrato dal Dipartimento della Giustizia in cui si chiedeva al giudice di non concedere la libertà su cauzione all’imputato.
E la lettera è stata allegata agli atti processuali diventando così di pubblico dominio.
Taylor Taranto, di 35 anni, non solo era tra i seguaci inferociti dalla sconfitta di Trump che con gli altri voleva bloccare la certificazione della vittoria elettorale di Biden. Aveva fatto un passo in più. Nelle settimane scorse aveva preso di mira la casa dell’ex presidente Obama a Washington, DC, dopo che Donald Trump aveva pubblicato sul suo sito web l’indirizzo del suo predecessore.
Taylor Taranto è stato bloccato dagli agenti giovedì scorso nel quartiere di Kalorama a Washington, dove risiedono gli Obama. All’inizio della giornata Taranto aveva ripubblicato un suo post su Truth Social la piattoforma di Donald Trump. Ha quindi iniziato a trasmettere in live streaming dal suo furgone mentre attraversava il quartiere di Kalorama e ha continuato a filmare dopo aver parcheggiato la macchina e aver iniziato a camminare verso la casa degli Obama.
I'm never going to understand anyone who could vote for a man who has never been decent, moral or kind and has no integrity.
Taylor Taranto, 37, was arrested on Thursday outside the Obamas’DC home hours after he shared a social media post from Trump which revealed his address. pic.twitter.com/uQa1Iazzus— MichelleDenver (@DenverMichelle) July 2, 2023
Taranto “ha chiarito che intendeva accedere o entrare nelle residenze private dei suoi sudditi”, mentre metteva a fuoco con la sua macchina fotografica diversi tombini che ha descritto come “punti di ingresso”.
I servizi segreti della zona hanno monitorato Taranto durante la sua escursione nel quartiere e lo hanno arrestato dopo che aveva cercato di fuggire quando gli agenti gli hanno detto di fermarsi. Una pistola e un fucile, centinaia di munizioni e un machete sono stati trovati nella perquisizione del suo furgone, dove l’uomo ha vissuto negli ultimi due mesi.
Le forze dell’ordine avevano precedentemente cercato Taranto per il suo ruolo nella rivolta del 6 gennaio, ma avevano intensificato i loro sforzi dopo che mercoledì scorso ha pubblicato un live streaming, suggerendo che intendeva far saltare in aria la sua auto presso il National Institute of Standards and Technology nel Maryland e ha fatto “commenti minacciosi” sullo speaker Kevin McCarthy.
All’inizio di questo mese, aveva già trasmesso in streaming un suo delirio sul 6 gennaio con altre persone che avevano preso parte all’assalto al Congresso e in coro avevano espresso minacce al parlamentare democratico James Raskin che abita a poche strade di distanza dalla casa degli Obama.
“A differenza di molti altri imputati per reati minori commessi il 6 gennaio, Taranto, agendo sulla base degli stessi impulsi ha continuato a perseguire gli obiettivi della rivolta facendo numerose e varie minacce allo stesso tempo possedendo armi da fuoco, centinaia di munizioni e un machete”, hanno detto i pubblici ministeri nell’atto depositato mercoledì. Per ora Taylor Taranto resta in carcere e la sorveglianza all’abitazione degli Obama è stata rafforzata.