Da mesi sosteneva che i suoi colleghi poliziotti la tempestassero di messaggi minatori. Alla fine, però, si è scoperto che era lei stessa ad auto-inviarseli.
La 36enne Emily Hirshowitz, agente di polizia di Ossining, nello Stato di New York, è stata perciò arrestata e accusata di simulazione di reato e falso in atto pubblico dal procuratore distrettuale di Westchester.
Lo scorso maggio la donna aveva rivelato alla procura di ricevere SMS minatori da vari numeri sconosciuti a partire, dicendosi convinta che nell’operazione fosse “coinvolto un collega agente di polizia o più agenti di polizia del mio dipartimento”. Hirshowitz aveva sporto un’altra denuncia a luglio e poi ad agosto, fornendo agli investigatori delle schermate che mostravano lunghi messaggi pieni di imprecazioni che la esortavano a suicidarsi e la definivano “inutile”, “stupida” e “un rifiuto”.
Preoccupati dal “tenore sempre più minaccioso” dei messaggi, la polizia e i funzionari comunali decisero perciò di contattare il procuratore distrettuale per condurre un’indagine. Eppure, il 12 agosto Hirshowitz decise incredibilmente di ritirare la denuncia. Ciononostante, la questione fu ritenuta troppo grave per essere lasciata da parte, e così il capo della polizia Kevin Sylvester è andato avanti con le sue indagini – arrivando presto all’ipotesi che si trattasse di un colossale bluff.
Ricerche incrociate avrebbero infatti dimostrato che Hirshowitz era intestataria di molti dei numeri di telefono che le avevano inviato gli SMS di minaccia. E così, ad ottobre, le forze dell’ordine hanno ottenuto un mandato di perquisizione per il suo telefono e i suoi account online – scoprendo la verità.
La donna – nominata dipendente dell’anno nel 2018 – è stata ora messa in congedo retribuito, mentre la prossima udienza presso il tribunale della città di White Plains è prevista per il 12 luglio.