Il Tribunale Superiore Elettorale ha emesso una sentenza che esclude l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro dalle elezioni per un periodo di otto anni. Questa decisione segna la fine della sua candidatura alle presidenziali del 2026 e lascia la destra brasiliana alla ricerca di un nuovo leader. Bolsonaro, visibilmente turbato dalla notizia, ha tenuto una conferenza stampa per esprimere la sua delusione, proprio mentre il presidente del Tribunale, Alexandre de Morais, stava spiegando le ragioni della sua condanna.
“Alcuni settori della società e il Tribunale superiore elettorale hanno fatto un massacro su di me”, ha gridato il leader ultraconservatore ai giornalisti presenti, sostenendo di aver rispettato la Costituzione e aver agito all’interno dei limiti della legalità. “Il Brasile sta prendendo la strada verso una dittatura”.
Cinque dei sette giudici chiamati a prendere la decisione hanno riconosciuto Bolsonaro colpevole di abuso di potere e utilizzo distorto dei media per fini elettorali. L’episodio della riunione con gli ambasciatori nell’estate del 2022, che ha portato Bolsonaro in tribunale, è stato solo il punto di partenza per indagare sulle sue responsabilità nelle trame cospirative che hanno culminato nell’attacco sovranista ai Palazzi della democrazia l’8 gennaio a Brasilia.
Tra i giudici che hanno motivato la condanna, il relatore del procedimento, Benedito Goncalves, è stato particolarmente severo. Durante un’udienza di oltre tre ore dedicata esclusivamente alla sua esposizione, il magistrato ha fatto riferimento a un documento golpista trovato nella casa dell’ex ministro bolsonarista Anderson Torres, sottolineando come il leader sovranista abbia “flirtato pericolosamente con il golpismo”, spingendo i suoi sostenitori verso una paranoia collettiva attraverso la diffusione di notizie false.
Il nucleo politico più vicino a Bolsonaro si sta già attivando per individuare i potenziali candidati per le prossime elezioni. Per le presidenziali del 2026, il gruppo ha già quattro nomi sul tavolo: il governatore del Parana, Ratinho Jr. (Psd-Pr), il governatore del Minas Gerais, Romeu Zema (Novo-Mg), il governatore di San Paolo, Tarcisio de Freitas (repubblicani), e la senatrice Tereza Cristina (Pp-Ms), già ministra dell’Agricoltura con Bolsonaro. Attualmente Tarcisio, governatore dello stato più ricco e popoloso del Paese, sembra essere il favorito.