Contrordine compagni! Yevgen Prigozhin, il leader dei mercenari della Wagner che aveva iniziato la marcia su Mosca, ci ripensa e si ferma, scegliendo invece di trasferirsi in Bielorussia. “È stata trovata “una soluzione accettabile, con garanzie di sicurezza per i combattenti di Wagner” ha annunciato Prigozhin in un video dopo aver avuto colloqui per tutto il giorno con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko che ha fatto da mediatore tra lui e Vladimir Putin.
“Questa mattina, il capo del Cremlino ha informato il suo omologo bielorusso sulla situazione nel sud della Russia e i due capi di Stato hanno concordato azioni congiunte”, si legge in una nota in cui si precisa che Lukashenko, in accordo con Putin, “ha avuto colloqui con il capo della Wagner, Prigozhin.
Nel comunicato c’è scritto che i due leader sono giunti ad accordi sull’inammissibilità di scatenare un sanguinoso massacro” e “Prigozhin ha accettato la proposta di Lukashenko di fermare l’avanzata di membri armati della compagnia Wagner sul territorio russo e di compiere ulteriori passi per allentare le tensioni”.
Una pausa alle 24 ore che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso. Non si riesce a capire se si sia trattato di un ammutinamento o di un tentativo di colpo di Stato. Ma Vladimir Putin ha preso la ribellione come una sfida al suo potere. Di prima mattina ha dichiarato di aver ordinato all’esercito di schiacciare la rivolta di Prigozhin. “Un colpo di pugnale alle spalle alle nostre truppe e alla Russia” ha detto il premier russo in un discorso televisivo alla nazione, definendo la rivolta armata lanciata da Yevgeny Prigozhin. Putin ha ripetuto più volte di “gravi azioni di tradimento” e assicurando che i responsabili “pagheranno per questo“.

Sono state 24 ore di confusione e scontri. Prigozhin questa mattina ha rivendicato di aver preso il controllo dei siti militari di Rostov sul Don, maggiore città della Russia meridionale che dista un centinaio di chilometri dal confine con l’Ucraina.
La città ha una grande importanza strategica perché sede del comando del distretto militare meridionale e del comando centrale per il gruppo congiunto delle forze in Ucraina. Le unità Wagner si sono mosse verso nord attraverso la regione di Voronezh con l’obiettivo di raggiungere Mosca. Nella capitale russa c’è stata una massiccia evacuazione degli edifici pubblici. Sono stati evacuati anche il centro commerciale Mega Belaya Dacha e il centro commerciale Kvartal. Il portavoce Peskov ha smentito le voci di fuga a San Pietroburgo del presidente: “Putin – ha detto – è al Cremlino”.
Il governatore della regione russa di Lipetsk, Igor Artamonov, ha affermato che i mercenari sono a meno di 400 chilometri da Mosca. “Le forze dell’ordine e le autorità stanno adottando tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza della popolazione. La situazione è sotto controllo”, ha assicurato Artamonov sui social.
Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin dal canto suo ha affermato su Telegram che la situazione è “difficile” e che un “regime antiterrorismo” è stato attivato. “Al fine di ridurre al minimo i rischi, ho deciso di dichiarare lunedì giorno non lavorativo, ad eccezione degli enti governativi e delle imprese a ciclo continuo, del complesso militare-industriale, dei servizi cittadini, ha sottolineato.

La BBC riporta che improvvisati checkpoint sono stati posti a sud della capitale. Pubblicando video e foto di camion della spazzatura parcheggiati di traverso per bloccare la strada e veicoli della polizia e dell’esercito nelle vicinanze. Secondo il Guardian nella capitale è stato sospeso il traffico sul fiume Moscova, mentre sono stati visti agenti di polizia con giubbotti antiproiettile e armi automatiche all’ingresso dell’autostrada che collega Mosca a Voronezh e Rostov sul Don, le due città controllate dalla Wagner. Nella capitale sono stati eretti posti di blocco con veicoli blindati e militari. La Piazza Rossa è stata chiusa e il sindaco ha esortato gli automobilisti a stare a casa.
Secondo il quotidiano tedesco Der Spiegel i voli diretti in partenza da Mosca sono tutti esauriti. I voli da Mosca a Tbilisi, Georgia, Astana, Kazakistan e Istanbul, Turchia, ora non sono più disponibili.
Post sui social mostrano i civili russi nella regione di Rostov in fila in massa per salire sui treni in partenza, sebbene il Washington Post non sia stato immediatamente in grado di verificarne l’accuratezza. La Lettonia ha chiuso i suoi confini ai cittadini russi. Una fonte vicina allo stato maggiore delle forze armate russe ha detto al sito russo iStories che il presidente Putin punta a “eliminare” Prigozhin, e offrire poi l’amnistia a tutti i combattenti Wagner. Secondo la fonte, Putin non disporrebbe delle forze necessarie per fermare l’avanzata di Prigozhin a Mosca e starebbe assemblando un gruppo dalle unità non impiegate al fronte (formazioni cecene, Guardia nazionale, ministero degli affari interni e Fsb).
Nelle ultime ore, numerosi jet privati hanno lasciato Mosca e FlightRadar24 ha anche segnalato la partenza di un aereo utilizzato dal presidente bielorusso Lukashenko, stretto alleato di Putin, diretto in Turchia. Poco prima, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando al telefono con Putin, si è detto infatti pronto a fare la sua parte per una risoluzione pacifica della situazione.
Secondo la CNN l’Amministrazione Usa è stata colta di sorpresa dalla crisi in atto ed è attenta a non offrire a Vladimir Putin l’opportunità di accusare Washington di un coinvolgimento nella rivolta della Wagner. La situazione in Russia è stata al centro di un colloquio videoconferenza che il presidente Joe Biden, ha avuto con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ed il primo ministro britannico Rishi Sunak. Lo riferisce la Casa Bianca, precisando che i quattro leader hanno ribadito il loro sostegno “incrollabile” all’Ucraina. Biden e la vice presidente Kamala Harris sono stati informati questa mattina dai loro team per la sicurezza nazionale degli ultimi sviluppi in Russia, ha fatto sapere la Casa Bianca, secondo cui tra i partecipanti ci sono il consigliere per la Sicurezza nazionale Jack Sullivan, il segretario di Stato Antony Blinken, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il capo degli Stati maggiori riuniti, Mark Milley, il direttore della National Intelligence Agency, Avril Haines, il direttore della Cia, Bill Burns, e l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield. Il presidente e la vice presidente continueranno a essere informati durante tutto il giorno. Il timore dell’amministrazione Usa è il dopo-Putin, soprattutto nel caso in cui arrivasse a prendere il potere qualcuno ancora più pericoloso dell’attuale leader del Cremlino e che possa trascinare il Paese con il più grande arsenale nucleare al mondo in una spirale di violenza.