Potevano essere almeno 100 morti in più, compresi donne e bambini. La tragedia del mare sarebbe stata ancora più devastante perchè i naufraghi, secondo un reportage del New York Times, sarebbero stati ignorati dalla guardia costiera.
Il battello della speranza si è spezzato ed è affondato nella notte del 14 giugno a circa 4 miglia dalla costa. Il loro SOS però è stato intercettato dal Mayan Queen IV, che si è immediatamente mosso per soccorrere la gente in mare. Alle prime luci dell’alba, dopo circa 20 minuti dall’intercettazione, l’imponente Yatch da 175 milioni di dollari appartenente a un magnate messicano dell’argento non ha esitato a calare le scialuppe di salvataggio per raccogliere la gente che urlava disperata. Si tratta di 102 immigrati clandestini ripescati dall’equipaggio dello Yatch di lusso provenienti da diversi paesi come Pakistan, Siria, Palestina, Egitto.
I diritti umani, probabilmente violati o semplicemente ignorati dai paesi che non accolgono chi è costretto a scappare dalla propria patria, finiscono così per essere bilanciati dall’umanità e dalla generosità dei super ricchi che attraversano le stesse acque per crociere extralusso. L’equipaggio del Mayan Queen IV aveva osservato la guardia costiera scrutare l’orizzonte con potenti fari, ma i greci non stavano prestando soccorso e questo comportamento ha sollevato più di una polemica a livello internazionale. Di fatto, il Mediterraneo sta diventando il mare delle disuguaglianze.
L’equipaggio del superyacht, nonostante l’oscurità, ha calato le sue scialuppe di salvataggio orientandosi in direzione delle grida della genete in mare e ha sottratto 102 superstiti dalla morte recuperando anche altri 12 corpi inanimati.
Gli investigatori stanno cercando di capire quali siano state le dinamiche che hanno portato il vecchio peschereccio che trasportava 750 migranti ad affondare, causando la tragedia. Il peschereccio, in rotta verso l’Italia, potrebbe essersi ribaltato a causa del carico eccessivo o, come sostiene la Guardia Costiera, a causa del panico collettivo. Kirkby, pilota della Mayan Queen IV, ha detto “Mi piacerebbe pensare che abbiamo fatto quello che chiunque farebbe in una situazione del genere”.