Sono migliaia i delfini e i leoni marini morti o gravemente ammalati ritrovati lungo le coste meridionali della California nell’ultimo mese. Circa 200 le segnalazioni ogni giorno, concentrate soprattutto nelle contee di Santa Barbara e Ventura, nella parte meridionale del Golden State.
Una moria impressionante, e che secondo gli esperti potrebbe avere a che fare con il cambiamento climatico. La causa diretta della strage sembra essere infatti la fioritura stagionale di alghe tossiche che producono acido domoico – una potente tossina che una volta ingerita dagli animali ne provoca disorientamento e convulsioni.
Le fioriture algali dannose agiscono intossicando la catena alimentare, ha spiegato David Caron, professore di scienze biologiche alla University of Southern California. Creature come crostacei, acciughe e sardine consumano infatti le tossine prima di essere a loro volta divorati da mammiferi marini più grandi. “I mammiferi marini più grandi si nutrono di questi pesci altamente tossici e si intossicano a loro volta, e se ne assumono una quantità sufficiente possono essere uccisi, come sta accadendo ora”, ha dichiarato l’accademico.
Ma anche gli esseri umani non sono immuni dal rischio. Sebbene il Dipartimento di Sanità Pubblica della California monitori costantemente i livelli di alghe tossiche presenti nelle acque, i bagnanti possono ammalarsi se ingeriscono frutti di mare contaminati dalle tossine. Inoltre, gli animali intossicati potrebbero percepire gli esseri umani che si avvicinano per aiutarli come presenze ostili, attaccandoli.
Il consiglio è quindi quello di rivolgersi ai gruppi di soccorso, che finora sono riusciti a trarre alcuni animali in salvo fornendo loro liquidi per mantenerli in vita finché non riescono a eliminare i veleni dal loro organismo.
Secondo gli esperti, in California le alghe fioriscono tipicamente tra marzo e giugno, ma l’inverno prolungato e umido di quest’anno potrebbe aver costretto a una fioritura posticipata. Infine, l’aumento della temperatura dell’acqua causata dai cambiamenti climatici ha notevolmente esteso l’habitat per queste alghe nocive, che non a caso tendono a formarsi in acque più calde.