Le sale cinematografiche russe continueranno a proiettare i film americani illegalmente.
A partire dallo scorso febbraio, subito dopo l’invasione dell’Ucraina, molti paesi del blocco NATO hanno interrotto i rapporti commerciali con la nazione guidata da Vladimir Putin. Naturalmente, ciò ha avuto ripercussioni anche sul mondo del cinema, con l’interruzione delle vendite e della distribuzione delle pellicole occidentali. Basti pensare che, prima del conflitto, l’80% degli incassi delle sale russe derivava proprio dai blockbuster statunitensi.
Chiaramente, lo stop imposto alle pellicole USA ha rischiato di far collassare l’intera industria cinematografica della nazione dell’est Europa. Eppure, già durante la scorsa primavera era venuto alla luce che, con l’utilizzo di file pirati di qualità elevatissima, le sale russe proiettavano i grandi titoli di Hollywood e non solo. Le pellicole, infatti, vengono scaricate facilmente, tramite i server peer-to-peer, per poi essere convertite su Digital Cinema Package.
Naturalmente, parliamo di una pratica illegale anche per le leggi russe: per la proiezione di un lungometraggio, infatti, è obbligatorio il consenso da parte del Ministero della Cultura, che dovrebbe essere richiesto dalle grandi case di distribuzione.
Nonostante ciò, dallo scoppio della guerra in Ucraina, la pirateria è in costante aumento tra le sale del Paese. Per camuffare questi stratagemmi, le proiezioni delle pellicole occidentali vengono definite “anteprime”, e sono accompagnate dalla presunta visione di film prodotti in Russia. Visti gli importanti introiti che derivano dai lungometraggi scaricati via Torrent, i commercianti russi cercano ora di fare pressione sul governo locale, al fine di ottenere una legge che renda legale le proiezioni pirata.
Al momento non vi è ancora nulla di ufficiale, ma le parole di Dmitrij Medvedev lasciano intendere che la proposta verrà senz’altro presa in considerazione. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa ha infatti dichiarato: «Se Netflix e soci ci hanno lasciato, scaricheremo tutto fruendone gratuitamente. Diffonderemo tutto sul web, in modo da mandarli in bancarotta».
Vedremo, dunque, se nelle prossime settimane il governo russo passerà dalle parole ai fatti.