Theodore Kaczynski, il serial killer statunitense meglio noto come Unabomber, è morto a 81 anni. Lo ha annunciato l’Fbi, senza specificare la causa del decesso.
Kaczynski è stato condannato all’ergastolo nel 1996 per una serie di attentati contro accademici, uomini d’affari e civili, con l’obiettivo dichiarato di far crollare l’ordine sociale moderno. Durante un periodo di quasi 18 anni, Unabomber ha ucciso 3 persone e ne ha ferite 23 con bombe fatte in casa. Un portavoce dell’Fbi ha dichiarato che Kaczynski è stato trovato incosciente nella sua cella sabato mattina. Successivamente è stato trasferito nel centro medico della prigione federale di Butner, dove è deceduto.
Ha passato 27 anni in carcere. Prima di diventare uno dei serial killer più famosi della storia, Kaczynski aveva un brillante futuro davanti a sé. All’età di 10 anni aveva un QI di 167 (come Stephen Hawking o Einstein) ed è entrato all’Università Harvard a soli 16 anni. Incoronando una carriera accademica stellare, a 25 anni è diventato un professore di matematica all’Università Berkeley. Solo qualche anno dopo all’improvviso si è ritirato, non solo dalla cattedra ma anche dalla società in generale.
A partire dal 1971, ha vissuto in una baracca di circa 11 metri quadri in un bosco in Montana, con pochi soldi, senza elettricità ed acqua corrente, nutrendosi tramite la caccia. Nel 1978 ha spedito la sua prima bomba a un professore della Northwestern University. L’attentato originale è stato seguito da bombe inviate a comandanti aerei, una delle quali è stata piazzata nella stiva di un volo. Dato che a questo punto si trattava di un crimine federale, l’Fbi ha avviato un’inchiesta dal nome in codice Unabom (University and Airline Bomber). Dopo un totale di 16 attentati e la caccia all’uomo più lunga e costosa della storia americana, Kaczynski è stato catturato nel 1996.
Unabomber ha giustificato i suoi atti come tentativi di combattere contro quelli che lui considerava i pericoli del progresso tecnologico. Ha riassunto il suo pensiero nel cosiddetto Manifesto (La società industriale e il suo futuro), di cui ha chiesto la pubblicazione nel 1995, dicendo che altrimenti le uccisioni sarebbero continuate. Ed è stato proprio questo il motivo per cui alla fine l’Fbi è riuscito a catturarlo: la cognata di Kaczynski ha riconosciuto lo stile di scrittura e ha contattato il Bureau.
Nonostante gli orribili attentati, molti condividevano e condividono ancora le teorie di Kaczynski, che hanno ispirato centinaia di saggi e ricerche. Il Manifesto è finito persino nelle liste di lettura di alcuni college ed è diventato popolare nei movimenti anarchici verdi ed eco-estremisti, nonché tra i critici della tecnologia, come le comunità di fantascienza speculativa e anarco-primitiviste.