TikTok fa causa al Montana.
La popolare app cinese di video-sharing ha fatto ricorso contro il divieto imposto dalle autorità dello Stato USA di utilizzare l’applicazione su qualsiasi dispositivo – primo divieto del genere negli Stati Uniti.
L’azienda produttrice ByteDance sostiene che la restrizione, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio, violerebbe i diritti del Primo Emendamento (quello sulla libertà di parola) dell’azienda e dei suoi utenti. L’azione legale, depositata presso il tribunale distrettuale del Montana, sostiene inoltre che il divieto violi la clausola del commercio della Costituzione degli Stati Uniti, che limita la possibilità degli Stati di emanare leggi che gravino indebitamente sul commercio interstatale e internazionale: il ban statale si intrometterebbe insomma in questioni di esclusiva competenza federale – e perciò andrebbe rimosso.
Lo scorso 17 maggio il governatore GOP del Montana, Greg Gianforte, aveva firmato una legge che vieta all’app cinese di operare nello Stato – al dichiarato scopo di proteggere i cittadini dalla presunta raccolta di informazioni sensibili da parte del regime di Pechino.
La norma prevede sanzioni agli app store di Google e Apple nel caso che continuino a rendere disponibili l’applicazione sui propri – ma non verrà preso alcun provvedimento nei confronti dei singoli individui che continuino ad utilizzare il social. Sono previste multe di 10.000 dollari per ogni infrazione e una sanzione aggiuntiva di 10.000 dollari al giorno in caso di mancata osservanza della norma.
Qualche giorno fa ad andare in tribunale erano stati anche alcuni influencers del Montana, che – come ByteDance – avevano lamentato la violazione della loro libertà di parola.