Il presidente siriano Bashar al-Assad è stato riaccolto in pompa magna nella Lega Araba dopo oltre dieci anni di esilio.
Il leader di Damasco ha partecipato venerdì al 32° vertice dell’organizzazione degli Stati arabi, che ha preso il via nella città portuale di Gedda, in Arabia Saudita – e dove è arrivato nelle scorse ore anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
È la prima volta che il capo di Stato alawita partecipa al vertice regionale da quando il suo Governo è stato sospeso per la sanguinosa guerra civile che dal 2011 ha causato quasi 500.000 morti e 23 milioni di sfollati.
“Spero che questo segni l’inizio di una nuova fase di azione araba per la solidarietà tra di noi, per la pace nella nostra regione, per lo sviluppo e la prosperità invece che per la guerra e la distruzione”, ha detto al-Assad nel suo discorso, aggiungendo che la Siria “apparterrà sempre al mondo arabo” ma che nessuno Stato dovrebbe intromettersi negli affari interni altrui.
Assad ha poi fatto riferimento al “pericolo del pensiero espansionistico ottomano”, in una bordata tanto ai Fratelli Musulmani – un’organizzazione islamista osteggiata da Damasco e da molti altri Stati arabi – sia al presidente turco Recep Tayyip Erdogan – che sostiene i ribelli siriani e ha dispiegato le forze di Ankara in ampie porzioni della Siria settentrionale.
Damasco è peraltro l’unica capitale araba a sostenere apertamente l’aggressione russa in Ucraina. Ed è anche ad Assad che si è rivolto Zelensky quando ha accusato alcuni leaders arabi di “chiudere un occhio” sulla guerra contro Kyiv.
Mentre Assad salutava calorosamente il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (MBS), in Siria settentrionale intanto centinaia di persone scendevano in strada, inneggiando alla caduta del regime. “La Siria non può essere rappresentata dal criminale Assad”, recitava uno striscione.