I militari americani cominciano ad affluire nei centri di controllo del confine con il Messico. Oggi ne sono arrivati 550 dell’Esercito. Nei prossimi giorni ne arriveranno altri 950 e ci saranno anche i Marines. Avranno un ruolo di assistenza burocratica per sbrigare la documentazione di quanti vorrebbero entrare negli Stati Uniti dopo che alle 24 in punto di domani scadranno le misure restrittive imposte con il Title 42 durante la pandemia di Covid.
“I militari non avranno un ruolo di contrasto, ma di assistenza per il completamento delle pratiche e di supporto tecnico e logistico” ha detto il portavoce del North Command John Cornelio accanto al segretario dell’Homeland Security Alejandro Mayorkas, che ha elencato l’”efficacia” degli sforzi dell’amministrazione per arginare il flusso migratorio al confine e ha criticato il Congresso per non aver riparato “un sistema di immigrazione rotto”.
Mayorkas ha anche sottolineato che la fine del Title 42 “non significa che il nostro confine sia aperto”. “Anche dopo quasi due anni di preparazione, ci aspettiamo di vedere un gran numero di persone che vorranno entrare negli Stati Uniti”, ha detto. “Questo mette a dura prova il nostro personale, le nostre strutture e le nostre comunità. Il nostro piano produrrà risultati, ma ci vorrà del tempo prima che questi risultati siano pienamente realizzati, ed è essenziale che tutti ne teniamo conto. La scadenza del Title 42 non segnala un confine aperto, ma piuttosto significa conseguenze più gravi per le persone che hanno attraversato il confine illegalmente”, ha affermato il segretario, citando un divieto di rientro di cinque anni per i migranti che entrano illegalmente nel paese.
Al confine migliaia di migranti cercano di entrare negli Stati Uniti prima che entri in vigore il nuovo regolamento in cui verrà negato l’asilo per quelli che sono entrati illegalmente. Dalla mezzanotte di giovedì verranno respinti anche i richiedenti asilo che nella loro fuga sono passati attraverso altre nazioni senza prima cercare protezione in questi Paesi o se non hanno fatto in anticipo la domanda per entrare negli Stati Uniti.
Queste nuove disposizioni si applicheranno alla stragrande maggioranza dei migranti non messicani richiedenti asilo poiché in genere attraversano più paesi prima di raggiungere gli Stati Uniti. Funzionari della Homeland Security hanno affermato che l’amministrazione prevede di aprire più di 100 centri di elaborazione delle migrazioni e nei prossimi giorni lancerà una nuova piattaforma di appuntamenti online.
Le città americane di confine sono sature di immigrati che hanno ottenuto, o sono in attesa di ottenere, il permesso di soggiorno. I centri di raccolta non hanno più posto, sono strapieni. Le strade in Texas lungo El Paso, Brownsville, Laredo, ma anche quelle di Nogales in Arizona e a sud di San Diego in California sono piene di persone accampate sui marciapiedi, nei garage, nei parchi in attesa del completamento delle loro pratiche. Dall’altra parte del confine con il Messico decine di migliaia di persone sono in fila da giorni davanti ai passaggi d’ingresso della dogana nella speranza di poter entrare negli Stati Uniti.

I repubblicani hanno criticato Biden per aver respinto le politiche di Trump. Una coalizione di Attorney General repubblicani di 22 Stati dell’Unione si è opposta alle nuove regole sull’asilo perché “piene di eccezioni”.
Critici anche alcuni democratici che affermano che il nuovo regolamento di Biden è troppo severo, paragonandolo alle misure di Trump bloccate dai tribunali, affermando che le nuove disposizioni minano le garanzie di asilo garantite dalla legge e dagli accordi internazionali.
I repubblicani della Camera dovrebbero approvare domani una proposta di legge sull’immigrazione che riapplica le misure dell’era Trump. Tra queste quella che impone a chi richiede asilo di rimanere in Messico in attesa che le richieste vengano esaminate.
È improbabile che il Senato controllato dai democratici accolga il disegno di legge della Camera. Ma i Senatori Kyrsten Sinema, Thom Tillis, Joe Manchin e John Cornyn hanno introdotto al Senato una proposta che prolungherebbe l’autorità del Title 42 per due anni fintanto il parlamento non troverà i voti per far passare una legge per la riforma dell’emigrazione.
Per ora, sembra che il prossimo grande ostacolo verrà dai tribunali. Già a luglio un giudice federale del Texas potrebbe bloccare il programma umanitario sull’asilo per cubani, haitiani, nicaraguensi e venezuelani.
L’American Civil Liberties Union ha già annunciato che farà causa per la politica. Ieri sera a New York, il governatore Kathy Hochul ha emesso un ordine esecutivo che consente alle città e allo stato di attingere a maggiori risorse per far fronte alla crisi. E il sindaco di Chicago Lori Lightfoot ha rilasciato una dichiarazione di emergenza, affermando che le risorse della città sono ora al limite del “punto di rottura” e le strutture esistenti sono piene.
Mentre New York è alle prese con l’ondata di arrivi di migranti, martedì a Orangetown, nella contea di Rockland, è stato concesso un ordine restrittivo temporaneo per impedire a un hotel della città di accettare 30 migranti che il sindaco di New York intendeva inviare oggi.
I funzionari della contea di Rockland nei giorni scorsi hanno criticato il sindaco di New York Eric Adams per non averli informati sui piani della città di portare i migranti in autobus in quella contea. L’invio di migranti in hotel fuori New York City fa parte di quella che Adams ha definito una “strategia di decompressione” man mano che lo spazio per i rifugi in città si esaurisce e gli arrivi di migranti aumentano.