“Spero sinceramente che lo sciopero degli scrittori a Hollywood venga risolto e che gli venga offerto il prima possibile l’accordo equo che meritano”.
A dirlo è stato il presidente statunitense Joe Biden, che è intervenuto sulla maxi-sollevazione in corso in California a margine di un evento a sostegno delle comunità asiatico-americane.
L’inquilino della Casa Bianca ha definito l’industria cinematografica hollywoodiana “iconica” e “significativa”, aggiungendo che “abbiamo bisogno degli scrittori, di tutti i lavoratori e di tutti coloro che raccontano le storie della nostra nazione e di tutti noi”.
Per la prima volta dal 2007, più di 11.000 membri della Writers Guild of America hanno scioperato il 2 maggio in risposta al rifiuto degli studios e dei servizi di streaming di migliorare le loro retribuzioni e fare loro altre concessioni. Secondo gli scrittori, la maggiore enfasi sullo streaming ha reso impossibile anche per gli autori di successo mantenersi in un campo che offre meno possibilità di lavoro e una remunerazione inferiore.
Il movimento sociale ha un impatto immediato su alcuni programmi televisivi e, a lungo termine, su serie TV e film in uscita quest’anno. I 100 giorni di sciopero del 2007-2008 finirono per costare all’industria due miliardi di dollari.