Niente accesso ai minori se non sono accompagnati da un maggiorenne. È questa la nuova politica imposta da uno shopping center del New Jersey che vuole limitare l’ingresso ai giovanissimi il venerdì e il sabato dalle 5 del pomeriggio.
Il Westfield Garden State Plaza di Paramus è un centro commerciale come ce ne sono decine di migliaia negli Stati Uniti. Un Mall della suburbia di New York, non molto grande, ma in un punto strategico tra le commercialissime Route 4 e la Route 17. Ma soprattutto una calamita per i giovanissimi della zona che dopo la scuola scorrazzano lungo i lucidi corridoi di questo bazar americano. Andare al centro commerciale è una tradizione adolescenziale attirata dai cinema, dai negozi di gelati e da quelli dei giochi elettronici e dei giocattoli. Ma anche un modo per i giovani per stare insieme in un luogo coperto e mangiare in un fast food.
Secondo le nuove regole dello shopping center il personale di sicurezza e gli agenti della polizia controlleranno agli ingressi l’età delle persone che entrano. Ogni adulto può essere responsabile solo di quattro minori, a meno che non abbiano meno di 10 anni. E il centro commerciale avrà “zone di attesa” dove gli adolescenti possono essere prelevati se sono ancora nel mall dopo le 5 del pomeriggio.
La visione originale del centro commerciale come luogo di ritrovo, luogo per fare acquisti, luogo per rilassarsi, luogo per vivere, appartiene a Victor Gruen, un architetto di origine austriaca emigrato negli Stati Uniti nel 1938. I sociologhi americani lo ricordano per aver salvato i suburbs dall’isolamento. Gruen nel 1954 aveva progettato la prima piazza commerciale suburbana all’aperto, vicino a Detroit. Solo due anni dopo inaugurava il suo Southdale Center a Edina, nel Minnesota, il primo centro commerciale completamente al coperto in America.

Edina è un sobborgo di Minneapolis sferzato dalla neve e dalle temperature polari per 5 mesi l’anno. Gruen aveva capito che l’America, con i baby boomers, era in trasformazione e l’automobile oramai determinava lo stile di vita. Quindi shopping con grandi parcheggi e grandi negozi concentrati in una grande unità in cui oltre a fare le spese si poteva anche mangiare e andare al cinema. Un’idea che il sociologo Ray Oldenburg avrebbe poi chiamato il “terzo luogo”, che doveva affiancare la casa, il luogo principale, e il lavoro, quello secondario, per sentirsi connessi con il resto della società.
Più di 70 anni dopo questa visione sociale di Gruen è stata messa alla prova perché la compagine sociale si è trasformata in comitiva sfrenata. E proprio questa sarebbe alla base della decisione: l’aumento degli adolescenti indisciplinati, che girovagavano per i larghi corridoi mettendo a disagio i clienti. Comportamenti “sfrontati e violenti” secondo la direzione dello shopping center, che poi venivano postati sui social.
Garden State Plaza è a 15 minuti di distanza dall’American Dream Mall di East Rutherford, che già da tempo richiede dopo le 4 del pomeriggio la supervisione di un adulto per chiunque abbia meno di 16 anni.
Uno dei centri commerciali più famosi degli Stati Uniti, il Mall of America in Minnesota, richiede che chiunque abbia meno di 16 anni sia accompagnato da un adulto dopo le 15:00. qualsiasi giorno della settimana. Quando il Mall of America ha istituito per la prima volta questa regola negli anni ’90, ha attirato l’attenzione dell’ACLU. Ma poi non è successo nulla. E così un numero crescente di centri commerciali in tutti gli Stati Uniti hanno imposto l’ingresso agli adolescenti solo se accompagnati. La maggior parte dei centri commerciali ha queste restrizioni solo nelle sere del fine settimana, ma alcuni le mantengono sette giorni su sette.
Il Mid Rivers Mall di St. Louis, in Missouri, ha iniziato a mandare via gli adolescenti un anno fa e da allora sono aumentati sia i clienti che le vendite. Dopo un mese, il traffico complessivo del centro commerciale è cresciuto del 5% il venerdì e il sabato sera e le vendite sono aumentate dal 3 al 10% in tutte le categorie, comprese quelle nei negozi orientati per gli adolescenti.