Mancano pochi giorni al 6 maggio, giorno della incoronazione di Re Carlo III in UK. Alle ore 11.00 il primogenito della regina Elisabetta II diventerà il quinto sovrano della casa reale dei Windsor, nell’Abbazia di Westminster a Londra.
Una cerimonia solenne, ma molto più sobria dell’incoronazione della regina Elisabetta II: solo 2000 gli invitati, rispetto agli 8000 del 1953. Una scelta di ‘austerità’ resasi forse necessaria dalla considerazione che quella britannica è rimasta l’unica monarchia a celebrare pubblicamente e con magnificenza l’incoronazione; una pratica da anni, se non secoli, scomparsa nelle altre monarchie d’Europa (Danimarca, Norvegia. Svezia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio).

La mattina del 6 maggio il Re Carlo con la regina consorte Camilla lasceranno Buckingham Palace e a bordo di una carrozza trainata da 8 cavalli grigi, raggiungeranno l’Abbazia di Westminster dove saranno accolti dall’Arcivescovo di Canterbury, come da tradizione. La cerimonia verrà trasmessa in Eurovisione con una partecipazione che toccherà punte da record. Per la incoronazione della regina Elisabetta, furono 27 milioni i telespettatori e 11 milioni coloro che si sintonizzarono sulla radio BBC, e si era agli albori della tecnologia mediatica. Alle telecamere non sarà concesso filmare il rito della unzione con olio consacrato del Re, come non fu permesso per la unzione di Elisabetta II nel 1953. Questo è un rituale medioevale tramandato da sovrano in sovrano. Carlo III, prima di ricevere la corona, sarà quindi unto dall’Arcivescovo con l’olio consacrato. Una pratica riservata agli ecclesiastici in quanto rappresentanti di Dio, e al sovrano medievale in quanto fonte del diritto, garante delle leggi e intermediario con la figura di Dio. Una credenza che sarebbe dovuta morire con la fine delle monarchie assolute, ma che invece viene rinvigorita ‘segretamente’ con il divieto alla ripresa ad ogni incoronazione in UK. Una vera e propria ‘ascensione’ al trono.

Dopo l’unzione, al suono del nuovo inno celebrativo commissionato e composto da Lloyd Webber, sul capo del re Carlo verrà posta la corona ereditata dal re Edoardo, di 2,3 kg piena di gemme zaffiri e rubini. Solo allora il re potrà sedersi sul trono dello stesso re Eduardo, armato di scettro in una mano e tenendo nell’altra una sfera; il tutto è rappresentativo del controllo del monarca sul mondo cristiano.
Tutti ritualismi che caratterizzano i reali britannici come paladini delle tradizioni in contrasto con la società multietnica e multireligiosa che popola questo territorio. Nel censimento del 2021 solo il 46% dei cittadini britannici si sono identificati come Cristiani.

Dopo la cerimonia dell’incoronazione del re e della regina consorte Camilla, una processione condurrà i protagonisti presso la residenza di Buckingham Palace per la consueta apparizione dal balcone delle famiglie reali per porgere un ultimo saluto al popolo. Ma le celebrazioni andranno avanti per il resto del lungo weekend esteso fino al lunedì, in tutto il territorio nazionale: picnic lungo le strade, grandi schermi nei punti di raduno di 57 città in piazze addobbate a festa e illuminate con luce laser e droni. Un mega concerto avrà luogo la domenica 7 maggio presso i parchi del Castello dei Windsor dove si esibiranno fra gli altri i Take That, Andrea Bocelli, Freya Ridings, Kate Perry e tante altre star della musica internazionale.
L’ 8 maggio invece sarà dedicato al reclutamento dei volontari: il ‘Big help out day’. Una realtà di cui si parla poco anche nei media britannici sono i costi previsti per questa incoronazione. Le cifre, ancora secretate, verranno rese pubbliche solo nei giorni successivi alla cerimonia. Forse perché l’intera spesa che grava sul governo e quindi sulle tasse dei cittadini, potrebbe guastare l’atmosfera di favola che accompagna da sempre il mondo dei reali.
Ma i britannici dovranno prima o poi confrontarsi con il fatto che le loro tasse vanno a finanziare interamente le celebrazioni del re Carlo III, la cui privata fortuna finanziaria ammonta a 1.8mld (20 Aprile 2023 The Guardian). Il sondaggio fatto poche settimane dall’agenzia YouGov ci rivela che il 51% degli adulti britannici ritiene che la cerimonia non dovrebbe esser pagata dalle tasse dei cittadini, il 32% è invece concorde con il contributo popolare e il 18% non commenta. Mentre i reali aderiscono con convinzione alle tradizioni, la società sta cambiando e i numeri ci informano che il 40% dei giovani tra i 18 e 24 anni in UK preferirebbero una elezione popolare del capo di stato e non un successore al trono per diritto di nascita.
Graham Smith, leader del gruppo Repubblicano e antimonarchico, ha definito la incoronazione una “pantomima dispendiosa e uno schiaffo in faccia ai milioni di cittadini che hanno gravi difficoltà in questo periodo di aumento del costo della vita”. Nella stessa giornata del 6 maggio, in concomitanza con l’incoronazione, si terrà un raduno di repubblicani antimonarchici presso il Trafalgar Square.