La popstar britannica Ed Sheeran è comparsa lunedì davanti a un tribunale di New York per rispondere alle accuse di plagio, secondo cui il suo brano Thinking Out Loud sarebbe stato copiato da Let’s Get It On di Marvin Gaye.
Gli eredi di Ed Townsend – co-autore del celebre brano del 1973 – sostengono che Sheeran, Warner Music Group e Sony Music Publishing devono loro dei soldi per aver illegalmente imitato la canzone della defunta stella R&B.
Accuse che, tuttavia, il 32enne artista britannico ha negato. Alla domanda dell’avvocata Keisha Rice su una sua canzone, Take it Back, che nel testo contiene la frase “il plagio è nascosto”, Sheeran ha chiesto di voler “fornire un contesto” a quelle parole – che a suo dire non implicano nessuna attività di copia da altri artisti.
Sheeran ha ammesso di mescolare talvolta canzoni con progressioni di accordi identiche durante i suoi concerti. “Si potrebbe passare da Let It Be a No Woman, No Cry e tornare indietro”, ha continuato Sheeran sotto giuramento, riferendosi ai classici dei Beatles e di Bob Marley. “Se avessi fatto quello che mi accusate di aver fatto, sarei stato un idiota a salire su un palco di fronte a 20.000 persone e fare una cosa del genere”.
L’avvocato di Sheeran sostiene che le due canzoni siano molto diverse e che a nessun artista dovrebbe essere permesso di “monopolizzare” progressioni di accordi musicali comunemente utilizzate.
Sheeran e la sua coautrice Amy Wadge sono stati citati per danni di 100 milioni di dollari, con l’accusa di aver “copiato e sfruttato, senza autorizzazione o credito” la canzone di Gaye, “inclusi, ma non solo, la melodia, i ritmi, le armonie, la batteria, la linea di basso, il coro di supporto, il tempo, la sincope e il looping”.
Si prevede che il processo vada avanti per almeno una settimana – negli stessi giorni in cui l’artista si prepara a un tour negli stadi del Nord America e alla pubblicazione del suo nuovo album –.