Continua la misteriosa ‘moria’ di oligarchi russi.
A farne le spese stavolta è stato il 77enne Nikolay Bortsov, un deputato filo-Putin e imprenditore milionario trovato morto domenica nella sua residenza di Lipetsk, a circa 430 km da Mosca.
Non è ancora reso noto il motivo del decesso del 77enne, membro del principale partito di governo “Russia Unita”. Nel 2019 Bortsov è finito al centro di una bufera politica dopo che il Governo di Londra gli avrebbe (segretamente) concesso un permesso di soggiorno permanente.
Una circostanza, questa, sempre smentita da Bortsov, ritenuto vicino al presidente Vladimir Putin e proprio per questo sanzionato dall’Occidente dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
L’uomo doveva la sua ingente ricchezza (circa 500 milioni di euro) al suo ruolo di amministratore delegato dell’impianto di produzione di succhi di frutta Lebeyansky – la cui maggioranza è stata poi acquisita da PepsiCo.
Bortsov è solo l’ultimo di una serie di personaggi legati al Cremlino che hanno perso la vita dall’inizio del conflitto. Molte di queste morti sono avvolte in circostanze misteriose, venendo derubricate a cadute da finestre, sparatorie casuali, incidenti in elicottero e “suicidi”.
Alla lista di casi va aggiunta anche quello di Dzhasharbek Uzdenov, un altro parlamentare di Russia Unita morto lo stesso giorno di Bortsov.