Un alto funzionario della Croce Rossa ha avvertito che i prigionieri detenuti da anni a Guantanamo starebbero mostrando segni di “invecchiamento accelerato”.
Patrick Hamilton, capo delegazione della Croce Rossa per gli Stati Uniti e il Canada, è tornato a visitare la famigerata struttura di detenzione posto a marzo dopo 20 anni di assenza, sostenendo di essere stato “colpito da come coloro che sono ancora detenuti oggi sperimentino i sintomi di un invecchiamento accelerato, aggravato dagli effetti cumulativi delle loro esperienze e degli anni trascorsi in detenzione”.
“Chiediamo all’amministrazione statunitense e al Congresso di lavorare insieme per trovare soluzioni adeguate e sostenibili per affrontare questi problemi”, ha dichiarato Hamilton, chiosando che “vanno presi provvedimenti subito” in materia di adeguato accesso dei detenuti a cure fisiche e mentali.
Secondo un funzionario del Pentagono, il Dipartimento della Difesa americano “sta attualmente esaminando il rapporto”.
Il campo di prigionia di Guantanamo, situato nell’omonima base navale sull’isola di Cuba, venne istituito dal presidente repubblicano George W. Bush per ospitare i sospetti responsabili degli attentati dell’11 settembre 2001 – e, più in generale, chiunque fosse ritenuto un terrorista.
Negli anni, tutttavia, il campo è divenuto un simbolo degli eccessi della “guerra al terrorismo” a causa dei metodi di interrogatorio paragonati alla tortura (come il waterboarrding). E, malgrado l’amministrazione Biden abbia dichiarato di voler chiudere la struttura, dalla Casa Bianca non è stata fornita alcuna strategia specifica.