L’Arizona lasciato a bocca asciutta dall’Arabia Saudita.
Non si tratta di una metafora ma di quello che sta accadendo nello Stato sud-occidentale USA, dove un’azienda idrica saudita è riuscita ad accaparrarsi diversi terreni da cui starebbe pompando circa 20 di miliardi di litri d’acqua ogni anno per coltivare erba medica.
Una cifra impressionante che mal si confà agli storici problemi di siccità a cui è esposto il Grand Canyon State – e specialmente la regione della capitale Phoenix, da tempo alle prese con la peggiore siccità degli ultimi 110 anni.
Secondo diverse fonti, l’azienda saudita Fondomonte sarebbe libera di estrarre tutta l’acqua che vuole nei due impianti di Vicksburg e della Butler Valley. Nella maggior parte delle aree rurali dello Stato le acque sotterranee non sono infatti regolamentate.
L’acqua serve principalmente a far crescere erba medica da dare in pasto alle mucche degli allevamenti sauditi – nonostante la coltivazione sia notoriamente una delle più dispendiose dal punto di vista idrico.
L’interessamento di Riad ai terreni dell’Arizona è dovuto alla circostanza che gran parte delle riserve idriche sotterranee del Paese mediorientale è esaurita – e molte aziende sono in cerca di fonti in giro per il mondo. Per il “disturbo”, Fondomonte starebbe pagando solo 25 dollari per acro all’anno, per un totale di circa 86 mila dollari all’anno. Una cifra del tutto irrisoria secondo molti esperti, dato che il loro prezzo di mercato è intorno ai 50 dollari per acro e che l’acqua potrebbe valere fino a 3-4 milioni di dollari.
Le quantità di liquido estratto da Fondomonte è tuttora sconosciuta, ma secondo una valutazione del Dipartimento del Territorio dello Stato la capacità massima di estrazione è di 18.000 acri-piedi all’anno. Una quantità d’acqua che, se impiegata diversamente, basterebbe a sostenere 54.000 abitazioni monofamiliari.