Gli inquirenti statunitensi stanno raccogliendo prove per accusare di crimini di guerra il regime siriano di Bashar al-Assad e alcuni dei suoi fedelissimi in relazione alla brutale esecuzione di una cittadina americana nel 2016. A rivelarlo è un’inchiesta del New York Times.
Se l’inchiesta dovesse concludersi con un’incriminazione, sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti accusano formalmente alti funzionari siriani di violazione dei diritti umani – una circostanza sempre smentita dal leader di Damasco.
Al centro delle indagini c’è l’operatrice umanitaria Layla Shweikani. La 26enne cittadina americana sarebbe stata duramente torturata per mesi dalle autorità carcerarie siriane, che avrebbero inoltre minacciato di uccidere i suoi familiari. Alla fine la donna ha ceduto alle loro richieste e ammesso crimini che non aveva commesso, venendo condannata a morte dopo un processo-lampo alla fine del 2016.
Secondo quattro persone a conoscenza dell’indagine, negli ultimi cinque anni il Dipartimento di Giustizia ha indagato segretamente sull’omicidio di Shweikani sotto la direzione del procuratore di Chicago. Gli agenti dell’FBI sono volati in Europa e in Medio Oriente per raccogliere enormi quantità di dati e parlare con potenziali testimoni, tra cui l’uomo che potrebbe aver seppellito la giovane. Le testimonianze sono state quindi attentamente ascoltate da un gran giurì e messe in fila da agenti federali e magistratura.
L’inchiesta riguarda alti funzionari siriani considerati i principali artefici di uno spietato sistema di detenzione e tortura patrocinato da al-Assad. Nello specifico: Jamil Hassan, capo dell’Intelligence dell’Aeronautica Militare al momento della scomparsa di Shweikani, e Ali Mamlouk, all’epoca capo del servizio di intelligence del National Security Bureau siriano.
Malgrado sia assai improbabile che i responsabili vengano arrestati, un’incriminazione avrebbe un alto valore simbolico e di reprimenda internazionale contro il regime di Assad – contro cui Washington ha già imposto sanzioni per violazione dei diritti umani e violenza contro i civili.