È ormai guerra (virtuale) tra Elon Musk e il New York Times.
Il quotidiano newyorkese ha infatti perso la sua spunta blu sul social network dopo essersi rifiutato di pagare per mantenere lo status di profilo verificato – come impongono le nuove regole volute dal proprietario Elon Musk.
A partire dal 1° aprile, infatti, Twitter richiede a tutti gli account di sottoscrivere un abbonamento per preservare i badge di verifica prima riservati gratuitamente a personaggi, enti o società famosi. Il New York Times, assieme a una serie di altre organizzazioni e celebrità, ha dichiarato che non avrebbe acquistato la spunta – provocando la reazione polemica di Musk.
“La vera tragedia del New York Times è che la loro propaganda non è nemmeno interessante”, ha scritto il magnate sudafricano-statunitense in un tweet. “Inoltre, il loro feed è l’equivalente di Twitter della diarrea. È illeggibile”, ha aggiunto.
La nuova policy dell’azienda di San Francisco prevede che le aziende spendano 1.000 dollari al mese per il servizio di verificazione (spunta dorata) – che scendono a 8 dollari in caso di profili individuali (spunta blu).
Introducendo l’abbonamento mensile come unico criterio di verifica, la mossa – che serve a rimpinguare le casse del social network – potrebbe però rendere impossibile la distinzione tra account reali e fake.
Il New York Times ha dichiarato che non pagherà per l’autenticazione degli account Twitter dei suoi giornalisti, ad eccezione di “poche circostanze in cui questo status sarebbe necessario per motivi di cronaca”, ha dichiarato un portavoce.