Almeno 40 persone hanno perso la vita e 28 sono rimaste ferite in un incendio scoppiato in un centro di accoglienza per migranti a Ciudad Juarez, città messicana al confine con gli Stati Uniti. Lo rivelano i funzionari messicani.
Le autorità hanno rivelato che l’incendio è avvenuto nell’ufficio dell’Istituto Nazionale per l’Immigrazione (INM), al cui interno al momento dell’incidente c’erano 68 migranti provenienti del Centro e Sud America. Un funzionario del Guatemala ha detto che molti potrebbero provenire proprio dal Paese centroamericano.
Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha affermato che l’incendio – causato dalla combustione di alcuni materassi – sarebbe stato appiccato dagli stessi migranti in segno di protesta dopo aver appreso che sarebbero stati deportati. “Non avrebbero mai immaginato che ciò avrebbe causato questa terribile disgrazia”, ha detto López Obrador.
Ciudad Juarez, situata di fronte alla cittadina texana di El Paso, è infatti un importante punto di passaggio per i migranti che entrano negli Stati Uniti. I suoi rifugi sono colmi di migranti in procinto di attraversare il confine, o di coloro che attendono che le loro richieste di asilo vengano esaminate dalle autorità frontaliere.