Non finiscono i guai per Elon Musk. Nelle ultime ore, infatti, alcune parti del codice sorgente di Twitter – ovverosia il sistema informatico cruciale che fa funzionare il social network – sarebbero trapelate online.
A svelarlo è stato un documento legale della stessa azienda di San Francisco, venuto a galla dopo che domenica il New York Times ha scoperto che Twitter ha intentato una causa per far rimuovere le informazioni sul codice da GitHub, una piattaforma di collaborazione online per sviluppatori di software.
Anche se non si sa per quanto tempo il codice sia rimasto attivo, GitHub ha accettato di cancellarlo subito dopo che Twitter ha inviato una diffida per violazione del copyright.
Due fonti informate hanno dichiarato al quotidiano newyorkese che una delle preoccupazioni principali legate alla fuga di notizie è che il codice contenga punti deboli di sicurezza che permetterebbero agli hacker di rubare i dati degli utenti o di mettere fuori-uso il servizio.
Non è chiaro da quanto tempo il codice trapelato fosse online, ma sembra che fosse pubblico da almeno diversi mesi, anche se Twitter se ne sarebbe accorta solo recentemente.
La compagnia che cinguetta ha anche chiesto al tribunale distrettuale degli Stati Uniti del distretto settentrionale della California di ordinare a GitHub di identificare la persona che ha condiviso il codice e qualsiasi altra persona che lo ha scaricato. Secondo le prime indiscrezioni, il responsabile della fuga di notizie sembra aver operato sotto il nickname “FreeSpeechEnthusiast”.
Ma le grane non finiscono qui: venerdì il proprietario Elon Musk ha rivelato in una e-mail ai dipendenti che nel giro di meno di un anno Twitter ha di fatto dimezzato il suo valore – essendo ora valutato a circa 20 miliardi di dollari (rispetto ai 44 sborsati ad ottobre dal magnate sudafricano-statunitense), sottolineando tuttavia che le iniziative di riduzione dei costi e i licenziamenti di massa hanno impedito all’azienda di fallire.