Jeffery Woodke, un operatore umanitario americano rapito in Niger, è stato liberato dopo sei anni di prigionia. Ad annunciarlo su Twitter il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.
“Gli Stati Uniti ringraziano il Niger per il suo aiuto nel riportarlo a casa da tutti coloro che sentono la sua mancanza e lo amano – ha scritto Sullivan – Ringrazio tutti coloro che nel nostro governo hanno lavorato instancabilmente per garantire la sua libertà”.
I’m gratified & relieved to see the release of U.S. hostage Jeff Woodke after over 6 years in captivity. The U.S. thanks Niger for its help in bringing him home to all who miss & love him. I thank so many across our government who’ve worked tirelessly toward securing his freedom.
— Jake Sullivan (@JakeSullivan46) March 20, 2023
Un alto funzionario dell’amministrazione Biden, che ha informato i giornalisti a condizione di rimanere anonimo, ha descritto il rilascio come il culmine di anni di sforzi, ma ha rifiutato di rivelare cosa abbia effettivamente portato alla liberazione di Woodke.
Il funzionario ha anche aggiunto che non è stato pagato alcun riscatto, così come non è stata fatta alcuna concessione ai rapitori.
Woodke è stato rapito dalla sua casa di Abalak, in Niger, nell’ottobre 2016 da alcuni uomini che gli hanno teso un’imboscata e ucciso le sue guardie del corpo, costringendolo sotto minaccia a salire sul loro camion, con cui è stato condotto a nord verso il confine con il Mali. Sebbene si ritenesse che fosse stato rapito da un affiliato dello Stato Islamico in Africa occidentale, si pensava che Woodke si trovasse nella vasta regione africana del Sahel e fosse detenuto da JNIM, un’organizzazione criminale affiliata ad Al-Qaeda.