In tutto sono sei le persone arrestate per il sequestro e l’uccisione di due dei quattro americani rapiti venerdì scorso a Matamoros, al confine con il Texas. Il bilancio è stato fatto dall’attorney general di Tamaulipas, Irving Barrios Mojica. Il caso resta “molto confuso” per gli investigatori.
I quattro americani, partiti dal South Carolina, erano una donna, LaTavia Washington McGee, e tre uomini, Eric Williams, Zindell Brown e Shaeed Woodard. I quattro si erano messi in viaggio per raggiungere Matamoros, citta’ di mezzo milione di abitanti vicino al Texas. Avevano appuntamento per un consulto clinico in vista di un intervento chirurgico a cui la donna si sarebbe dovuta sottoporre. Qui l’operazione sarebbe costata molto meno rispetto alle tariffe previste negli Stati Uniti.
Arrivati in Messico, a bordo di un van bianco, gli americani erano finiti nel mezzo di una sparatoria, probabilmente tra gang rivali nel narcotraffico, ma poi erano stati sequestrati e portati via dagli affiliati di un’organizzazione criminale. Dopo cinque giorni di ricerche senza successo, i narcos avevano fatto trovare i corpi di due dei quattro, Woodard e Brown.
Uno degli altri due sopravvissuti, Williams, era ferito. Giovedì il cartello coinvolto nell’attacco ha inviato una lettera pubblica di scuse per quello che ha definito un “crimine senza senso”, costata la vita anche a una donna messicana, che si trovava per caso vicino a dove è partita la sparatoria. Il cosiddetto Cartello del Golf si è scusato con le famiglie delle vittime e con la città di Matamoros e promesso che avrebbe consegnato gli autori dell’assalto, i quali, hanno scritto, si erano comportati “senza disciplina”.