Negli Stati Uniti si sono verificate finora 104 sparatorie di massa in 66 giorni: poco meno di due al giorno. È il drammatico bilancio-record che emerge dai dati della Gun Violence Archive, che definisce ‘sparatorie di massa’ quelle con almeno quattro persone colpite escluso chi ha aperto il fuoco.
L’anno scorso, gli USA avevano raggiunto le 100 sparatorie di massa il 19 marzo, quasi due settimane dopo la data di quest’anno. Anche l’anno precedente, il 2021, aveva visto una data di fine marzo, mentre addirittura dal 2018 al 2020 si era dovuto aspettare fino a maggio.
Secondo i dati, almeno 7.537 persone sono morte in seguito alla violenza con armi da fuoco dall’inizio dell’anno.
“Gli americani sono stanchi di temere che loro o le loro famiglie siano le prossime vittime di una sparatoria di massa. I nostri figli sono stanchi di sentirsi dire ‘scappa, nasconditi e combatti'”, ha dichiarato Kris Brown, presidente di Brady: United Against Gun Violence, un’organizzazione che cerca di mitigare la violenza delle armi negli Stati Uniti.
“Queste tragedie regolari e unicamente americane devono essere una chiamata all’azione per i nostri leader politici. Abbiamo bisogno di un cambiamento decisivo delle leggi e dei regolamenti sulle armi negli Stati Uniti. Il costo dell’inazione politica nella prevenzione della violenza da arma da fuoco è sempre più tragicamente chiaro”, ha dichiarato Brown.
Nessun Paese sviluppato ha così tanti morti da arma da fuoco rispetto agli Stati Uniti. Secondo uno studio del 2019 dell’Institute for Health Metrics and Evaluation, il tasso di omicidi armati negli Stati Uniti – dove ci sono 120 armi ogni 100 abitanti – è otto volte superiore a quello del Canada, 22 volte superiore a quello dell’Unione europea e 23 volte superiore a quello dell’Australia.