Quattro cittadini statunitensi sono stati rapiti nella città di confine di Matamoros, nel Messico settentrionale. Erano entrati nel paese venerdì a bordo di un minivan bianco con targa della Carolina del Nord, che è stato colpito da alcuni proiettili sparati dagli assalitori che li hanno poi sequestrati.
“Tutti e quattro gli americani sono stati fatti salire su un veicolo e portati via dalla scena da uomini armati”, ha dichiarato l’FBI. Le condizioni dei quattro sono al momento sconosciute, ma da un video pubblicato su internet sembra che alcuni di loro siano stati feriti.
Il presidente Joe Biden è stato informato sulla vicenda e la sta seguendo «da vicino». A dirlo è stata la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa sottolineando come la vicenda sia “inaccettabile”.
Secondo quando riferito dalla CNNI, I quattro sarebbero stati attaccati per errore: erano in Messico per motivi sanitari, secondo quanto risulta in base alle ricevute trovate sul loro minivan. La ricostruzione è confermata dal presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador: “L’informazione che abbiamo è che hanno attraversato il confine per acquistare medicine in Messico quando c’è stato uno scontro fra due gruppi e sono stati presi”.
Il consolato degli Stati Uniti a Matamoros – una città in cui sono presenti fazioni in guerra del cartello della droga del Golfo – ha emesso un avviso ricordando ai cittadini statunitensi come quella particolare zona del Messico sia definita un “livello 4 di pericolosità”, il più alto indice di allerta presente nel sistema del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Sempre il consolato, ha più volte pubblicato nel corso dei mesi avvisi di sicurezza, mettendo in guardia dalla violenza del cartello della droga, dalla criminalità, dai rapimenti e dagli scontri che coinvolgono gruppi armati criminali.
L’FBI, che ha chiesto alla cittadinanza qualsiasi tipo di aiuto, offre una ricompensa di 50.000 dollari per il rilascio delle vittime e l’arresto dei rapitori.
Matamoros, una città di confine di oltre 500.000 abitanti nello stato messicano di Tamaulipas, proprio di fronte a Brownsville, in Texas, è devastata dalla violenza e dal crimine organizzato dall’inizio della guerra della droga messicana nel 2006. Lo stesso giorno dei rapimenti, la polizia aveva avvertito i genitori di tenere i figli a casa da scuola a causa di due sparatorie avvenute in città.