Non c’è l’ha fatta la sindaca di Chicago Lori Lightfoot. La prima afroamericana e la prima persona apertamente omosessuale a guidare la terza città più grande d’America è arrivata terza alle elezioni municipali tenutesi martedì per scegliere il nuovo primo cittadino – non riuscendo perciò ad accedere al ballottaggio.
È stata lei stessa ad ammettere la sconfitta martedì – congratulandosi con i suoi due colleghi di partito democratici – Paul Vallas (33,77%) e Brandon Johnson (20,29%) che andranno al ballottaggio il mese prossimo.
La sconfitta di Lightfoot la rende il primo sindaco in carico a non arrivare nemmeno al ballottaggio. La disfatta è dovuta in gran parte alle accuse di aver fatto troppo poco per contrastare l’alto tasso di criminalità della città. Durante la sua amministrazione, infatti, gli episodi di violenta (specialmente armata) sono aumentati in modo significativo, influendo decisivamente sul giudizio degli elettori.
Secondo i dati della polizia, l’anno scorso a Chicago si sono verificati 695 omicidi, un numero che sebbene sia inferiore di almeno 100 unità rispetto all’anno precedente, non si vedeva in città dalla metà degli anni Novanta. Altri crimini come rapine, furti e furti d’auto hanno registrato un forte aumento negli ultimi anni. Le aree più povere sono state particolarmente colpite, ma la criminalità violenta ha colpito anche il centro della città e altri quartieri tradizionalmente ricchi.
Lightfoot, che non aveva mai partecipato a una competizione governativa, era riuscita a farsi eleggere nel 2019, presentandosi come un’outsider pronta a combattere la corruzione. Tra le sue misure-chiave c’è stato l’aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora.
Il prossimo sindaco di Chicago uscirà quindi dal ballottaggio del 4 aprile. Gli sfidanti, entrambi democratici, sono il bianco Paul Vallas – ex sovrintendente delle scuole di Chicago e candidato sostenuto dalla polizia cittadina – e l’afroamericano Brandon Johnson – commissario della contea di Cook.