La scuola di legge della Howard University è stata citata in giudizio per discriminazione razziale da uno studente bianco che sostiene che l’università abbia favorito un “ambiente educativo ostile”.
Il denunciante, Michael Newman, ha iniziato a frequentare la Howard University School of Law nell’autunno del 2020 e l’ha lasciata dopo soli due anni, nel settembre del 2022, dopo esserne stato espulso. Ora il giovane chiede un risarcimento di 2 milioni di dollari per “dolore, sofferenza, angoscia mentale e danno alla reputazione”.
Secondo la denuncia, Newman ha subito “ostracismo pubblico, diffamazione e umiliazione”, che lo avrebbero portato a “depressione, ansia e idee di suicidio”.
Frank Tramble, vicepresidente e responsabile delle comunicazioni della scuola – che ha sede a Washington ed è una delle più influenti istituzioni afro-americane di alta cultura – sostiene che le accuse “forniscano una narrazione unilaterale ed egoistica degli eventi che hanno portato alla fine dell’iscrizione dello studente all’Università”. Il preside della scuola di legge ha inoltre smentito le affermazioni secondo cui gli studenti bianchi della Howard Law, e Newman in particolare, avrebbero subito qualsiasi forma di discriminazione razziale.
Uno degli esempi menzionati dall’accusa riguarda il periodo precedente alle elezioni del 2020, quando Newman sarebbe stato cacciato da una delle conversazioni di gruppo relative alla sua classe per aver chiesto informazioni sulla possibilità di discutere se “gli elettori neri non si sono posti il problema di rivolgersi al governo per trovare soluzioni, e se il fatto di votare in modo affidabile per lo stesso partito ad ogni elezione ha disincentivato entrambi i partiti dal rispondere alle esigenze delle comunità nere”. Molti studenti avrebbero poi iniziato a chiamare Newman “mayo king” e “pantera bianca”.
Gli avvocati di Newman cercheranno di dimostrare in un tribunale federale che il college ha violato il contratto con Newman, uno studente che frequentava grazie una borsa di studio.