Tempi bui per Elon Musk. Il miliardario sudafricano-statunitense è infatti alle prese con una doppia bega relativa a Tesla.
La sua creatura automobilistica ha infatti annunciato il richiamo di più di 362.000 auto nel mercato statunitense per aggiornare il software Full Self-Driving Beta. Il sistema di guida assistita non rispetterebbe infatti le norme di sicurezza del traffico e sarebbe in grado provocare incidenti – anche fatali.
Il richiamo riguarda i veicoli Model S e Model X prodotti tra il 2016 e il 2023, i Model 3 del 2017-2023 e i Model Y del 2020-2023 equipaggiati con il software FSD Beta o in attesa di installazione.
Il software Tesla, secondo la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), “aumenta il pericolo di incidenti consentendo a un veicolo di violare i limiti di velocità o di procedere attraverso gli incroci in modo illegale o imprevisto”. Tesla ha tuttavia chiarito di non essere a conoscenza di alcun incidente o decesso che possa essere collegato al problema del richiamo.
La società ha annunciato la distribuzione di un aggiornamento software gratuito over-the-air (OTA), ossia applicabile automaticamente a distanza. Musk ha commentato la notizia su Twitter, sostenendo che sia “anacronistico e semplicemente sbagliato” che le autorità federali utilizzino la parola “richiamo” per un aggiornamento software a distanza.
La notizia ha fatto precipitare in borsa le azioni di Tesla, che sono scese del 5,7% a 202,04 dollari.
Ma non sono è solo il Governo federale a turbare i sogni dell’uomo più ricco del mondo. L’altro grande avversario del momento è il sindacato: oltre 30 dipendenti Tesla della Gigafactory 2 di Buffalo, nello Stato di New York, sarebbero stati infatti licenziati a inizio settimana come rappresaglia per aver promosso una campagna sindacale.
I lavoratori sostengono di volersi unire in sindacato perché vogliono una retribuzione più alta e maggiori garanzie sul posto di lavoro, oltre che per contrastare alcune richieste di produttività che impediscono ad alcuni lavoratori di fare pause per andare alla toilette.
In caso di successo, il sindacato sarebbe il primo all’interno di Tesla. Nel 2017, i dipendenti dell’impianto di produzione di Fremont, in California, avevano cercato di formare un sindacato con la United Auto Workers, prima che molti lavoratori che partecipavano all’iniziativa sindacale venissero licenziati.