Giovedì si sapranno, ma solo in parte, le conclusioni raggiunte dal gran giurì sull’inchiesta avviata in Georgia per il tentativo dell’ex presidente Donald Trump e dei suoi alleati di ribaltare la sconfitta elettorale del 2020 in quello Stato.
Robert McBurney, giudice della Superior Court della contea di Fulton, quella si Atlanta, ha dichiarato che solo alcune parti delle conclusioni saranno rese note e che per ora le raccomandazioni dei giurati non verranno rese pubbliche. Nel pronunciare la sua decisione il magistrato ha affermato che il gran giurì speciale ha evidenziato le preoccupazioni “che alcuni testimoni avrebbero mentito sotto giuramento durante la loro deposizione”.
L’ufficio del District Attorney di Atlanta ha condotto un’indagine penale per stabilire se Trump e i suoi alleati abbiano interferito nelle elezioni presidenziali del 2020 in Georgia. Gran parte dell’inchiesta è stata condotta davanti a un gran giurì speciale, che in Georgia formula solo le raccomandazioni in un rapporto finale per gran giurì “normale” che è l’unico organo che può rinviare a giudizio o prosciogliere un imputato. Spetterà quindi a Fani Willis, il procuratore distrettuale, decidere quali eventuali accuse portare al gran giurì regolare.
Il giudice McBurney ha detto che renderà note l’introduzione, la conclusione e la parte che descrive in dettaglio le preoccupazioni del gran giurì sui testimoni che mentono sotto giuramento.
Un mese fa un gruppo di testate giornalistiche aveva chiesto al magistrato di rendere pubblico il rapporto. Fani Willis si era opposta chiedendo al magistrato di mantenere segrete le conclusioni del gran giurì, almeno prima delle sue decisioni, affermando che era “attenta a proteggere i diritti dei futuri imputati”. Quasi 20 persone potrebbero essere incriminate, tra cui Rudolph W. Giuliani, l’ex avvocato personale di Trump, e David Shafer, il capo del Partito Repubblicano della Georgia.

Il giudice McBurney ha affermato nella sua sentenza che “la natura delle indagini svolte dal gran giurì speciale consente solo una limitata procedura regolare e conforme alla legge per coloro che potrebbero essere formalmente incriminati dal gran giurì regolare. Per questo motivo, ha detto, le raccomandazioni sulle incriminazioni contenute nel rapporto “sono solo per gli occhi del procuratore distrettuale”.
La questione principale è se lo stesso ex presidente sarà rinviato a giudizio. Gli analisti legali che hanno seguito il caso affermano che ci sono due aree di notevole rischio per Trump. Il primo è il suo coinvolgimento diretto nel reclutamento di una lista di elettori presidenziali fasulli dopo le elezioni del 2020, anche dopo che i risultati della Georgia erano stati certificati dalla leadership repubblicana dello stato.
Il secondo le telefonate fatte, una registrata, per fare pressione sui funzionari statali dopo le elezioni, inclusa quella a Brad Raffensperger, il segretario di stato della Georgia, in cui Trump gli ha chiesto di “trovare” 11.780 voti per capovolgere il risultato elettorale.
Ci sono state anche altre telefonate, come la conversazione del senatore della Carolina del Sud Lindsey Graham con Raffensperger in merito alle schede elettorali per posta, e un’altra telefonata che Trump ha avuto con il principale investigatore elettorale della Georgia su una revisione delle buste elettorali.

Altre aree di interesse che sono apparse nei documenti del tribunale includono: una serie di riunioni non ufficiali dei parlamentari repubblicani dello Stato in cui Rudy Giuliani e altri hanno diffuso falsità sul sistema elettorale e sui risultati dello stato e hanno attaccato alcuni sondaggisti della contea di Fulton con affermazioni prive di fondamento che hanno portato a minacce di morte ; le dimissioni del procuratore federale B Jay Pak “silurato” dalla Casa Bianca per non aver perseguito false affermazioni delle frodi elettorali. Per finire con l’accesso non autorizzato alle apparecchiature di voto in una contea rurale della Georgia.
Almeno 17 persone finora sono state informate che potrebbero essere incriminate per le loro azioni, compresi i finti grandi elettori e Giuliani.
Alcuni dei testimoni chiamati a deporre dal gran giurì – come gli avvocati alleati di Trump, John Eastman, Jenna Ellis e Kenneth Chesebro – hanno tentato senza successo di contestare la loro testimonianza in tribunale, ma alla fine sono dovuti comparire. Gli sforzi del senatore Graham per bloccare la sua testimonianza sono stati discussi fino alla Corte Suprema, che ha rifiutato di modificare la decisione di un tribunale di grado inferiore secondo cui Graham era protetto solo sulle attività di legislatore, ma doveva rispondere alle domande del gran giurì.
Rudy Giuliani è anche citato in giudizio per diffamazione da due scrutatori della Contea di Fulton che l’ex sindaco di New York ha accusato di aver contato in modo fraudolento le schede elettorali e di “infilare di nascosto nei computer le informazioni contenute in una chiavetta USB come se fossero fiale di eroina o cocaina” – ha testimoniato per ore a porte chiuse dopo numerosi tentativi, peraltro senza successo, di ritardare la sua testimonianza al gran giurì.