Un assegno di 500 dollari al mese alle classi meno abbienti e a chi stenta per arrivare a fine mese.
È questo il progetto-pilota lanciato in estate dalle amministrazioni democratiche di Chicago e di alcuni sobborghi della contea di Cook. Obiettivo: fornire a migliaia di cittadini a ridosso della povertà un livello minimo di sostentamento. Ma non attraverso forme classiche di agevolazioni – bensì direttamente in contanti.
L’esperimento di reddito di cittadinanza in salsa statunitense, fortemente voluto dalla sindaca dem Lori Lightfoot, è stato illustrato lunedì alla conferenza dell’Associazione nazionale delle contee a Washington. A partire da agosto, le autorità municipali hanno selezionato cinquemila residenti per il piano “Comunità resilienti” – per il quale sono stati stanziati 31,5 milioni di dollari -, consistente in un anno di reddito garantito mediante carta prepagata.
Il sussidio è stato poi allargato a circa 3.2500 famiglie residenti in periferia e nei sobborghi di Chicago, che ha comportato una spesa addizionale di oltre 42 milioni di dollari di fondi aggiuntivi.
Fondi che, almeno in larghissima parte, non provengono tuttavia dalle casse comunali. Sia Chicago che la contea di Cook stanno infatti utilizzando il danaro elargito dal Governo federale nell’ambito dell’American Rescue Plan, ovverosia il maxi-pacchetto di aiuti che Washington ha paracadutato sugli enti locali di tutto il Paese per far fronte alla crisi pandemica.
Entrambi i progetti attualmente in vigore a Chicago sono gestiti dalla ONG newyorkese GiveDirectly, nota soprattutto per le sue attività di sostegno alle popolazioni indigenti dell’Africa orientale (in particolar modo Kenya, Uganda e Rwanda). L’associazione è operativa anche in patria dal 2017, quando collaborò con le autorità municipali di Rose City, in Texas, per consegnare carte prepagate ai residenti colpiti dall’uragano Harvey. Durante l’emergenza COVID-19, GiveDirectly è quindi riuscita ad elargire aiuti finanziari a 116.000 famiglie sparse di diversi Stati americani.

Iniziative di reddito universale come quelle di Chicago sono già diffuse in almeno una cinquantina di città, e stanno prendendo rapidamente piede in tutto il Paese. A caldeggiarle sono soprattutto gli esponenti di rilievo dell’ala “radical” del Partito Democratico – facente capo a Bernie Sanders e ad Alexandria Ocasio-Cortez.
I democratici vedono l’idea come un necessario supporto-investimento economico di stampo keynesiano – oltreché una mossa elettorale in un momento in cui la fiducia nel partito sta toccando i minimi storici. Di opinione comprensibilmente opposta i repubblicani, che preparano l’alzata di scudi e lamentano il trionfo del “big government”, ossia delle scellerate elargizioni assistenziali che incoraggiano la dipendenza e la passività dei destinatari, sperperando i soldi dei contribuenti.
Una spaccatura politica che rivela in realtà una frattura nel modo di pensare di due Americhe storicamente agli antipodi: quella dei progressisti urbani favorevoli a un maggiore coinvolgimento del governo nella vita quotidiana, da una parte, e quella dei conservatori rurali fautori dello “Stato minimo”, dall’altra.