Quattro uomini sospettati di aver assassinato l’ex presidente haitiano Jovenel Mose sono stati trasferiti negli Stati Uniti per essere processati – dopo che una serie di minacce di morte rivolti ai giudici della nazione caraibica aveva messo a repentaglio la regolarità del procedimento nel Paese.
Gli imputati sono tre haitiani-americani – il 37enne James Solages, il 57enne Joseph Vincent, e il 63enne Christian Emmanuel Sanon – e un cittadino colombiano – il 44enne Germán Rivera García. Il Dipartimento di Giustizia ritiene che abbiano avuto un ruolo di primo piano nel clamoroso omicidio del presidente Jovenel Moïse nel luglio 2021. Ciò porta a sette il numero totale di sospetti sotto la custodia degli Stati Uniti, mentre decine di altri languono ancora nel principale carcere di Haiti, noto per il suo grave sovraffollamento e le condizioni di vita disumane.
L’incriminazione ha svelato una vasta cospirazione per uccidere il leader haitiano e prendere il potere, sostenuta da un ex giudice (non nominato) della Corte Suprema di Port-au-Prince, da mercenari colombiani e con il supporto di una spedizione clandestina di armi dagli Stati Uniti.
Gli inquirenti si sono concentrati in particolare sul ruolo di Sanon – un anziano predicatore, medico e uomo d’affari di scarso successo che la polizia ha identificato come una delle possibili menti dell’attacco, o come intermediario con i reali mandanti dell’assassinio (tutt’ora ignoti).
L’omicidio di Moïse ha scatenato nel Paese un’esplosione di violenza tra bande senza precedenti, facendo precipitare una delle più povere nazioni al mondo nel caos più totale.