Ron Klain, capo dello staff della Casa Bianca che ha guidato l’amministrazione Biden negli ultimi due anni, dovrebbe dimettersi nelle prossime settimane.
Dalle elezioni di midterm di novembre, Klain ha detto privatamente ai colleghi che, dopo un periodo estenuante e senza sosta al fianco del presidente, è pronto a lasciare l’incarico: la ricerca di un sostituto è in corso.
I funzionari, che hanno discusso di questioni interne a condizione dell’anonimato con i reporter del New York Times, non hanno voluto dire se sia già stato scelto un successore e nemmeno quando la decisione sarà annunciata, ma hanno indicato che avverrà dopo che il Presidente avrà delineato il suo programma per il prossimo anno in un discorso il 7 febbraio presentato al Congresso con lo “stato dell’Unione”. Klain rimarrà probabilmente per un periodo di transizione, per aiutare il prossimo capo a sistemarsi nell’ufficio in cui ha vissuto molte crisi e battaglie legislative.
Le dimissioni segnano un momento di avvicendamento ai vertici di un’amministrazione che è stata relativamente stabile nella prima metà del mandato di Biden, e Klain è orgoglioso di aver resistito più a lungo di qualsiasi altro capo dello staff di un presidente democratico in oltre mezzo secolo.
Fin dal primo giorno lui non è stato un capo di gabinetto qualsiasi, ma la vera macchina decisionale della presindenza Biden, il filtro strategico, l’achitetto della politica e delle scelte presidenziali, l’uomo cerniera da mandare al Congresso a mediare. Forse la sua uscita di scena anche se dopo 24 mesi e un’intera campagna elettorale trascorsa a promuovere l’immagine pacata e vincente dell’anziano capo della Casa Bianca , è da ricercarsi anche nella prospettiva di un aggressivo secondo mandato con tutte le indagini che le commissioni repubblicane della Camera voglione mettere in piedi per investigare Biden e la sua famiglia a partire dal figlio Hunter sul cui dossier l’FBI sta interrogande persone da mesi. Ma è forse la gestione pasticciata del ritrovamento dei documenti Top Secret di quando Biden era viceprfesidente di Obama ,che potrebbe aver spinto il potente braccio destro del presidente ,che continua a godere della sua piena fiducia , a fare un passo di lato per far posto a una figura altrettanto cmpetente ma non logorata da 24 mesi di problemi quotidiani e da un anno di guerra in Ucraina che dovrà affrontare uno snodo decisivo nei prossimi mesi.
Le ammissioni della Casa Bianca del ritrovamento due una dozzina di documenti conservati dove non dovbevano essere e l’ammissione in due momenti di questi file top secret, potgrebbe aver fatto precipitare la situazione perchè era sempre Klain al fianco di Biden seiu anni fa quando era vice presidente.
Per la sua sostituzione che non è una rimozione di stile trumpiano ma un avvicendamento strategico per organizzare gli ultimi 24 mesi del primo mandato di Biden i potenziali candidati sono molti ma tra i criteri di scelta dovranno anche tener conto della relazione che il nuovo capo di gabinetto dovrà avere con la vice presidente Kamala Harris perche con Klain i rpporti sono arrivati anche ad essere tesi proprio sul ruolo e sui dossier dei quali Kamala si sarebbe dovuta occupare.
Immigrazione, scuola, infrastrutture e inflazione rimangono sul tappeto come i grandi temi irrisolti. Biden ha già fatto sapere, con Klain in uscita, che intende rafforzare i rapporti con Camera e Senato spingendoli adesso che sono controllati da due partiti diversi e non più solo dai democratici a lavorare con uno speirito bipartisan molto più forte per superare l’attuale e accanito muro contro muro.
I nomi che si fanno per la sua sostituzione vanno da Susan Rice che è già stata ambasciatrice all’Onu e capo della sicurezza nazionale con Obama, Anita Dunn una consigliera speciale che in questi giorni affinca Biden anche in molti suoi viaggi all’estero,ma anche l’italo americano Steven Richetti attuale super consigliere del president, così come Tom Vilsack attuale ministro dell’ìagricolturae Martin J Walsh che guida oggi il ministero del lavoro, dicasteroi chiave nella forte politica di inclusione del sindacvato americano al tavolo del negoziato.
Ma l’uscita di scena di Klain di cui si rumoreggiava già dopo il risultato delle elezioni di medio termine, potrebbe anche far intendere che l’attuale capo di gabinetto della Casa Bianca si sarebbe fatto da parte non per rischiare di diventare un capro espiatorio dei repubblicani ma per prepararsi a guifdare un’altra volta la nuova campagna elettorale di Biden se fosse intenzionato a correre per un secondo mandato, magari non da compoletare per gli inbteri quattro anni ma per aprire la strada a Kamala Harris che potrebbe completare il suo mandato in caso di vittoria e diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. Vittoria che a Hillary è sfuggita dalle mani nel 2016 e che Trump ha agguantato per vfar diventare MAGA un forza della destra intransigente che adesso sar.
Questo eviterebbe lo scatenarsi di una guerra fratricida fra i democratici alle primarie che annullerebbe in poche settimane il paziente lavoro di ricucitura e di spostamento la centro del partito che di fatto ha portato gli indipendenti a votare per lui in massa nel 2020 bocciando Donald Trump che dopo essere statio riammesso su Twitter e Face Book potrebbe tornare in azione anche se circondato e minacciato da numerose inchieste.