Microsoft ha annunciato il licenziamento di 10.000 dipendenti – pari a circa il 5% del suo organico – adducendo “problemi macroeconomici e l’evoluzione delle priorità dei clienti”.
In un comunicato stampa diramato mercoledì, l’azienda ha dichiarato che molti rapporti verranno interrotti con effetto immediato, e che il tutto è stato comunicato ai dipendenti con qualche ora di anticipo.
I licenziamenti rappresentano “meno del 5% della nostra base totale di dipendenti, con alcune notifiche che avvengono oggi”, ha dichiarato l’amministratore delegato Satya Nadella in un’e-mail ai dipendenti. “Mentre eliminiamo ruoli in alcune aree, continueremo ad assumere in settori strategici chiave”, ha dichiarato Nadella, sottolineando l’importanza di costruire una “nuova piattaforma informatica” utilizzando i progressi dell’intelligenza artificiale.
Il taglio al personale – sostiene Nadella – è motivato anche dal fatto che la clientela, dopo aver aumentato la spesa per le tecnologie digitali durante l’epidemia, starebbe ora cercando di “ottimizzare la spesa digitale per ottenere di più con meno”.
Il colosso di Redmond è solo l’ultimo di una serie di giganti Big Tech ad annunciare maxi-tagli al personale: a inizio mese Amazon ha dato il benservito a 18.000 dipendenti (che rimangono tuttavia una piccolissima componente della sua forza lavoro di 1,5 milioni), analogamente a quanto fatto da Meta – la holding di Facebook -, che ne ha licenziati 11.000.
In termini relativi, i maggiori tagli sono però stati quelli di Twitter, che dall’avvento di Elon Musk ha dimezzato il personale e “snellito” la compagnia vendendo tutti gli asset non necessari.