Quella volta il “match” non è stato dei più fortunati.
Una ragazza, di cui si è preferito non rivelare l’identità, ha raccontato di essere stata ad un appuntamento con Bryan Kohberger, il 28enne accusato di aver brutalmente ucciso quattro studenti dell’Università dell’Idaho.
Lo ha conosciuto su Tinder e ci è andata insieme al cinema, prima che lui si autoinvitasse a casa sua e cercasse per buona parte della serata di toccarla.
“Le mie interazioni con Bryan sono state brevi – ha detto la donna – non so molto di lui”, ma quelle chat sull’app di incontri se le ricorda ancora.
“Ci siamo trovati su Tinder, abbiamo parlato per un paio d’ore e poi lui mi ha detto: ‘Ehi, vuoi venire al cinema con me stasera?’. Io ho risposto: ‘Certo’. Così siamo andati a vedere un film”.
Poi il ritorno verso casa, dove Kohberger avrebbe mostrato la sua sfacciataggine. “Pensavo mi avrebbe semplicemente accompagnata – ha continuato – ma non è stato così. Ha chiesto di entrare”.
Una volta entrato nell’appartamento, il ragazzo ha proposto di stendersi e guardare un altro film, ma è proprio in quel momenti che la serata ha assunto una piega spiacevole. “Non riusciva a tenere le mani a posto”.
“Continuava a cercare di toccarmi. Non in modo inappropriato, solo cercando di farmi il solletico, di strofinarmi le spalle e cose del genere, e io gli ho detto: ‘Perché mi stai toccando?'”.
Da quel richiamo, però, Kohberger cambia atteggiamento. Diventa serio, scontroso e nega le sue intenzioni. “Mi ha detto: ‘Non lo sto facendo’, e io gli ho detto: ‘Invece sì’, e lui ha risposto: ‘Non ti sto toccando’. Cercava di farmi credere che non mi avesse toccato, il che era strano”.
A quel punto la ragazza va in bagno per smorzare la tensione. Finge di vomitare e gli chiede di andarsene. “Non perché avessi paura di lui o pensassi che mi avrebbe fatto del male se gli avessi chiesto di andarsene. Però non ero a mio agio e non sapevo in che modo chiedergli di lasciarmi sola”.
Un messaggio, al ritorno di lei nel salotto dove pochi minuti prima aveva lasciato Kohberger. “Sono andato via”. Tre parole e nient’altro.