Le scuole pubbliche di Seattle hanno avviato un’azione legale contro le principali piattaforme di social media, accusandole di essere direttamente responsabili dei problemi di salute mentale degli studenti e di avere un impatto deleterio sulla capacità degli istituti scolastici di adempiere al loro scopo didattico.
I documenti sono stati formalmente depositati venerdì presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti nello Stato di Washington.
Nello specifico, le scuole puntano il dito contro Alphabet (holding di Google), Meta (holding di Facebook e Instagram), Snapchat e ByteDance (holding di TikTok) – le quali avrebbero intenzionalmente progettato i loro prodotti per attirare i giovani sulle loro piattaforme ad ogni costo, anche quello di alimentare il loro disagio psicologico.
“Gli imputati hanno sfruttato con successo le menti vulnerabili dei giovani, coinvolgendo decine di milioni di studenti in tutto il Paese in cicli di feedback positivi di uso e abuso eccessivo delle piattaforme di social media degli imputati”, si legge nella denuncia. Tale abuso dei social determinerebbe, sempre secondo l’accusa, un rendimento insufficiente da parte dei discenti – il che costringe gli istituti a reclutare personale specializzato in grado di gestire tali disturbi e informare gli studenti sui rischi dei social media.
Una tesi respinta al mittente dai diretti interessati. In un comunicato, Google ha ad esempio risposto di aver compiuto investimenti significativi per rendere più sicura l’esperienza sulle proprie piattaforme, mentre Snapchat sostiene di star lavorando a stretto contatto con molte organizzazioni che si occupano di salute mentale e che il benessere degli utenti è la sua massima priorità.