L’uso della pena di morte negli Stati Uniti ha registrato un incoraggiante calo nel 2022, ma la pratica continua a esistere. E con tragiche conseguenze.
Il Death Penalty Information Center ha reso noto come nel 2022 alcuni dei sei Stati che hanno utilizzato la pena capitale si siano trovati in difficoltà nell’applicazione delle condanne. Lo hanno chiamato “l’anno delle esecuzioni sbagliate”.
Oltre un terzo è stato eseguito male, spesso con problemi nel trovare le vene per iniettare il cocktail killer. I problemi principali si sono avuti in Alabama, Arizona e Texas.
C’è poi un’altra questione che complica le esecuzioni. Gli Stati fanno sempre più fatica a procurarsi i farmaci per le iniezioni, perché le aziende farmaceutiche continuano a trattenerli per evitare che vengano utilizzati.
Nel complesso, il sostegno dell’opinione pubblica alla pena di morte rimane simile a quello degli ultimi anni, si legge nel rapporto che cita un sondaggio della Gallup secondo cui il 55% degli americani si dice favorevole alla pena di morte. Questa percentuale si è mantenuta costante negli ultimi anni: il 2022 è stato il sesto anno consecutivo in cui il sostegno si è attestato tra il 54% e il 56%, al di sotto dei valori tra il 60% e l’80% registrati tra il 1976 e il 2016.
Sono ventisette, in totale, gli Stati dove ancora resiste la pena di morte, utilizzata per “rendere giustizia” alle vittime di omicidi capitali e ai loro parenti. Quando quest’anno i funzionari dell’Oklahoma hanno programmato 25 esecuzioni fino al 2024, il procuratore generale John O’Connor ha dichiarato soddisfatto come le famiglie delle vittime abbiano “aspettato decenni per avere giustizia”.