La Trump Organization, la holding in cui sono racchiuse circa 500 aziende, di proprietà dell’ex presidente, è stata condannata per reati fiscali commessi da due dei suoi dirigenti in un processo a Manhattan. L’azienda rischia una multa di 1,6 milioni di dollari. Un duro colpo per l’ex presidente, che però non era imputato, ma che ha costruito il suo marchio politico presentandosi come un uomo d’affari aggressivo e di successo e mostrando la sua azienda come il passaporto del suo successo.
La società è stata accusata di truffa, associazione a delinquere, frode fiscale criminale e falsificazione di documenti aziendali. Donald Trump e la sua azienda hanno ripetutamente affrontato indagini penali, questo caso però segna la prima volta che la sua azienda è stata accusata, processata e condannata con accuse penali.
I pubblici ministeri hanno costruito il caso in gran parte attorno alla testimonianza dell’ex ChiefFinancial Officer della Trump Organization, Allen Weisselberg, che si è dichiarato colpevole ad agosto per 15 reati tra cui frode fiscale, cospirazione e furto aggravato. Ha patteggiato il suo verdetto di colpevolezza e in cambio della sua testimonianza ha avuto la pena fortemente ridotta di cinque mesi di carcere. Ne rischiava 15 anni. Al controllore della holding, Jeffrey McConney, che ha ammesso nella sua testimonianza di aver commesso crimini, è stata concessa l’immunità perché è stato chiamato dai pubblici ministeri come testimone del gran giurì.
Nella sua testimonianza, Weisselberg ha spiegato in dettaglio come lui e McConney, abbiano organizzaato la truffa beneficiando per 15 anni dei benefici economici collaterali non dichiarati al fisco. Weisselberg ha utilizzato la società per coprire importanti spese personali come l’affitto di un appartamento di lusso, i leasing delle Mercedes per sé e per sua moglie e le rette per le scuole private per i suoi nipoti.

I pubblici ministeri hanno sostenuto che la condotta di Weisselberg e McConney, i due massimi dirigenti amministrativi, rendeva la società penalmente responsabile. Due entità della Trump Organization – la Trump Corporation e la Trump Payroll Corp. – erano quelle sotto processo. Entrambe le aziende sono state giudicate colpevoli di tutte le accuse.
Gli avvocati difensori della Trump Organization hanno sostenuto che Weisselberg non aveva intenzione di aiutare la società – solo se stesso – e che i pubblici ministeri non hanno dimostrato con successo l’esistenza di una responsabilità aziendale. Per tutta risposta i pubblici ministeri hanno sostenuto che alla Trump Organization la truffa organizzata da Weisselberg e McConney è convenuta risparmiando i pagamenti del Medicare e di altre tasse societarie. E in aula hanno mostrato ai giurati i documenti con la firma di Trump: un contratto di affitto per un appartamento di lusso utilizzato da Weisselberg, un assegno per le rette delle scuole private firmato per un nipote di Weisselberg.
Durante la sua testimonianza, che ha esposto i dettagli della sua frode fiscale criminale, Weisselbergha riconosciuto di ricevere ancora uno stipendio di $ 640.000 dalla Trump Organization – sebbene sia stato messo in congedo – e di sperare di ricevere un bonus di fine anno.
L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha anche sostenuto che Trump era a conoscenza personale della frode fiscale effettuata dai suoi dirigenti. Ad un certo punto della sua requisitoria, l’assistente procuratore distrettuale Joshua Steinglassha indicato un documento che era stato siglato da Trump e lo ha definito una prova “esplicita” della sua consapevolezza che i suoi dirigenti stavano armeggiando con le spese per ridurre le loro passività fiscali.
Il processo si è svolto in un momento in cui i pericoli legali per Trump e per le sue attività si sono moltiplicati.
Il mese scorso, un giudice ha richiesto all’azienda di Trump di sottoporsi a un monitor esterno come parte di una causa civile in corso intentata dal procuratore generale di New York Letitia James che accusa che Trump e i suoi figli abbiano manipolato per più di dieci anni in modo fraudolento il valore delle loro proprietà immobiliari, ingannando gli istituti di credito e imbrogliando le autorità fiscali.