La Commissione d’Inchiesta della Camera che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 ha deciso di inviare la conclusione delle proprie indagini al Dipartimento di Giustizia per le incriminazioni. Lo ha detto ai giornalisti il presidente della Commissione, il congressman Bennie Thompson.
Nei mesi scorsi la questione ha portato a un dibattito tra i parlamentari della Commissione d’Inchiesta. Alcuni di loro avevano affermato che i rinvii penali mandati al Dipartimento della Giustizia non erano necessari per chiudere le indagini poiché la Commissione non ha il potere di incriminare e nello stesso tempo il Dipartimento di Giustizia non ha bisogno delle indagini svolte dalla Commissione poiché sta svolgendo le proprie investigazioni sul tentativo insurrezionale per il quale è stato nominato il Consigliere Speciale Jack Smith. L’idea di una richiesta di incriminazione da parte della Commissione è di natura del tutto simbolica perchè non è vincolante. Il deferimento riflettere la prospettiva delle indagini svolte del ramo legislativo (la Commissione d’Inchiesta) che gli inquirenti del ramo esecutivo (il Dipartimento di Giustizia) dovrebbero prendere in considerazione e per questo è considerata da alcuni parlamentari come la misura finale del loro lavoro.
La Commissione ha già deferito al Dipartimento della Giustizia quattro persone accusate di oltraggio al Congresso per non aver ottemperato alle citazioni in giudizio del comitato, e il Dipartimento della Giustizia ne ha incriminate due.
Anche se la richiesta è simbolica le indagini sul tentativo insurrezionale prendono sempre più un risvolto criminale. Forse non a caso l’annuncio del presidente della Commissione d’Inchiesta è stato fatto pochi minuti prima che i leader di Camera e Senato hanno onorato gli agenti delle forze dell’ordine che hanno difeso il Campidoglio premiandoli con medaglie d’oro del Congresso, elogiati come “eroi” per aver assicurato la democrazia.
Mentre alla Camera si svolgeva questa cerimonia il Consigliere Speciale Jack Smith ha convocato i funzionari locali dell’Arizona, Michigan e Wisconsin – tre Stati che erano fondamentali per il piano fallito dell’ex presidente Donald Trump di rimanere al potere dopo le elezioni del 2020 – i quali dovranno fornire tutte le comunicazioni che hanno avuto con Trump, i responsabili della sua campagna elettorale e un lunghissimo elenco di aiutanti e alleati dell’ex presidente.

Le richieste di documenti sono arrivate ai dirigenti della contea di Dane, in Wisconsin, a quelli della Contea di Maricopa in Arizona; e Wayne County, in Michigan. Queste sono tra le prime citazioni in giudizio emesse da Smith, che è stato nominato il mese scorso dal procuratore generale Merrick Garland per indagare sul tentativo insurrezionale al Campidoglio del 6 gennaio, nonché coordinare le indagini penali sui documenti Top Secret trovati nella residenza di Trump a Mar A Lago. Queste richieste avanzate da Jack Smith evidenziano come le indagini degli agenti federali siano particolarmente indirizzate per indagare sui preparativi e sulla pianificazione del tentativo insurrezionale usando come scusa la contestazione della legittimità del voto da parte dei responsabili elettorali. Una scusa in modo da bloccare il voto al Congresso per certificare la vittoria di Biden e portare avanti il complotto per ribaltare il risultato elettorale.
Significativo in questo contesto il messaggio lanciato da Trump lo scorso fine settimana che riaffermando le sue bugie elettorali su Truth Social che i brogli che lui afferma si sono verificati durante le elezioni presidenziali del 2020” consentono la cessazione di tutte le regole, i regolamenti e gli articoli, anche quelli che si trovano nella Costituzione”.
Gravissime affermazioni per le quali nessuno dei leader repubblicani del Congresso è intervenuto. Un silenzio imbarazzante per un partito che si presenta come il difensore della legge e ordine e soprattutto come il difensore della Costituzione.
Tanto imbarazzante che i familiari dell’agente Brian Sicknick, morto dopo gli scontri del 6 gennaio, che hanno preso parte alle celebrazioni in cui è conferita la medaglia d’oro del Congresso, hanno umiliato il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell e Il leader della minoranza alla Camera Kevin McCarthy rifiutandosi di stringere le loro mani, stringendo invece quelle dei leader democratici, la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer.
Dopo la cerimonia, Ken Sicknick, fratello dell’agente ucciso, ha affermato che il suo rifiuto di stringere la mano ai leader repubblicani era “autoesplicativo” data la loro fedeltà a Trump.
“Qualunque sia la presa che Trump ha su di loro non hanno il coraggio per emarginarlo”, ha detto ai giornalisti. “Non ammetteranno il complotto di Trump e dei rivoltosi”. Aggiungendo “A differenza di Liz Cheney questi repubblicani non hanno idea di cosa sia l’integrità”.
Parole graffianti che hanno lasciato il segno perché poco dopo il leader del senato Mitch McConnell ha detto che Trump avrebbe “un momento molto difficile per prestare giuramento” per un secondo mandato se volesse porre fine alla Costituzione degli Stati Uniti. “Chiunque cerchi la presidenza e pensi che la Costituzione possa in qualche modo essere sospesa o non rispettata, mi sembra che avrebbe difficoltà a prestare giuramento come presidente degli Stati Uniti”, ha concluso McConnell.
.@LeaderMcConnell (R-KY): "Anyone seeking the presidency who thinks that the Constitution could somehow be suspended or not followed, it seems to me would have a very hard time being sworn in as president of the United States." pic.twitter.com/e4MR7OZ8z3
— CSPAN (@cspan) December 6, 2022