Sono quasi 600 i casi di abusi sessuali emersi da un’indagine di quasi quattro anni sull’Arcidiocesi Cattolica di Baltimora, nel Maryland.
Per il procuratore generale Brian Frosh, che ha condotto l’indagine, è probabile che ve ne siano “centinaia di altri”. Le vittime degli abusi sono giovanissime, dai quattro ai 18 anni e l’indagine intitolata “Clergy Abuse in Maryland” ha individuato 115 sacerdoti già perseguiti dalla chiesa di Baltimora in passato per abusi sessuali, più altri 43 sacerdoti “non identificati pubblicamente”.
L’inchiesta ha anche rivelato come l’arcidiocesi non abbia dato seguito a molte accuse di abusi sessuali, non abbia condotto indagini adeguate sulle violenze, non abbia cacciato gli autori o limitato la loro vicinanza con i bambini.
“Ha invece fatto di tutto per mantenere segreti gli abusi”, è la pesante accusa della procura di Baltimora. “Per decenni i sopravvissuti hanno denunciato abusi sessuali perpetrati da sacerdoti cattolici e per decenni la Chiesa ha insabbiato gli abusi piuttosto che ritenere gli abusatori responsabili e proteggere le sue congregazioni”.
In una lettera pubblicata giovedì sera, l’arcivescovo di Baltimora William Lori si è scusato “con le vittime-sopravvissute che sono state danneggiate dalla Chiesa e che sono state danneggiate da coloro che non sono riusciti a proteggerle, non ritenendo gli abusatori responsabili del loro comportamento peccaminoso e criminale”.
“Leggendo la mozione di oggi – ha continuato Lori – proviamo una rinnovata vergogna, un profondo rimorso e un’accorata solidarietà, soprattutto nei confronti di coloro che hanno sofferto a causa delle azioni dei rappresentanti della stessa Chiesa a cui era stato affidato il loro benessere spirituale e fisico”.