La Fed procede spedita nella sua lotta all’inflazione e alza il costo del denaro di un altro 0,75%, portando i tassi di interesse fra il 3,75% e il 4%, il livello più alto dal 2008. Si tratta del quarto maxi rialzo consecutivo e il sesto dell’inizio dell’anno.
Non ci sono però solo cattive notizie. “La banca centrale – ha dichiarato il direttore Jerome Powell – potrebbe rallentare la velocità dei rialzi già in dicembre o alla riunione successiva”, nonostante “pensare a una pausa nell’attuale ciclo di rialzi sia molto prematuro”.
La reazione di Wall Street è immediata, con i listini che girano subito in negativo vedendo soffocare la speranza di una fine dell’aggressiva campagna di aumenti dei tassi da parte della banca centrale americana.
Una speranza che il comunicato finale diffuso al termine della due giorni di riunione aveva alimentato certificando che la Fed nel considerare un livello “sufficientemente restrittivo” della sua politica monetaria terrà conto anche dei ritardi con cui le sue scelte hanno impatto sull’economia.
Per Powell, l’obiettivo principale è riportare l’inflazione al 2% e garantire la stabilità dei prezzi che sono “il fondamento dell’economia”.