Un dio cacciato fuori dall’Olimpo e trasformato, per punizione, in un ‘mortale’ qualsiasi. Non poteva esserci metafora più calzante per descrivere quanto sta accadendo a Kanye West, rapper statunitense tra i più famosi al mondo che recentemente è caduto rovinosamente in disgrazia a causa di alcune affermazioni antisemite, che hanno innescato un vero e proprio boicottaggio.
L’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato mercoledì a Los Angeles nella sede dell’azienda di scarpe Skechers, dalla quale Kanye West (ora noto come “Ye”) sarebbe stato cacciato dopo essersi presentato “senza preavviso e senza invito”.
Skechers ha dichiarato in un comunicato che l’ex marito di Kim Kardashian si era recato in sede con un gruppo di persone e stava effettuando “riprese non autorizzate”. Dopo un breve dialogo, la sicurezza ha accompagnato il gruppo all’uscita dell’edificio. L’azienda ha peraltro chiarito di non avere “alcuna intenzione” di collaborare con Ye, che da qualche mese si è buttato nel mondo della moda.
Piove insomma sul bagnato per West, che a inizio settimana è stato ‘scaricato’ anche da Adidas. Il colosso tedesco dell’abbigliamento sportivo ha infatti deciso di interrompere la collaborazione con Ye a causa delle “sue recenti dichiarazioni divisive”, con effetto immediato.
Ma non è finita qui: gli account dell’artista su Twitter e Instagram sono tutt’ora limitati – circostanza che lo avrebbe spinto a voler acquistare la piattfaroma social di estrema destra Parler – e anche Balenciaga ha tranciato ogni rapporto, come già fatto dalla rinomata agenzia hollywoodiana CAA, che rappresentava Ye dal 2016.