Clamorosa marcia indietro di Elon Musk sull’Ucraina. Dopo aver fornito gratuitamente i terminali Starlink prodotti dalla sua società SpaceX, essenziali per fornire connessione internet ai soldati ucraini durante la guerra con la Russia (le infrastrutture ordinarie sono gravemente danneggiate in buona parte del Paese), l’uomo più ricco del mondo ha deciso di non voler continuare a pagare il servizio “a tempo indeterminato” a meno di un corposo contributo da parte del Pentagono.
La scorsa settimana Musk aveva dichiarato in un tweet che l’intervento a favore delle truppe di Kyiv era già costato a SpaceX 80 milioni di dollari, ma che il costo finale avrebbe ecceduto i 100 milioni di dollari.
Ieri, invece, un articolo della CNN ha rivelato come SpaceX abbia informato il Governo USA di non poter più fornire i servizi Starlink in Ucraina a meno di un finanziamento pubblico. L’utilizzo dei terminali internet da parte dell’Ucraina potrebbe infatti costare fino a 400 milioni di dollari nel corso del prossimo anno, secondo una lettera inviata dalla società al Dipartimento della Difesa.
Venerdì lo stesso Musk ha ironicamente commentato la vicenda ricordando le parole rivoltegli dall’ambasciatore ucraino all’ONU (“Vai fare in c*lo”) dopo che il miliardario sudafricano-statunitense aveva avanzato un controverso piano di pace che prevedeva il riconoscimento delle annessioni russe in Ucraina meridionale e orientale.
“Stiamo solo facendo quello che ci ha detto”, ha risposto ironicamente Musk.