“L’Europa risentirà delle conseguenze negative di aver rifiutato l’energia russa per i prossimi 10-20 anni”. A dirlo è il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, secondo cui la decisione dell’UE di introdurre un price cap per l’energia russa è una scelta presa “su istigazione degli Stati Uniti” che finirà per destabilizzare il mercato energetico globale.
Secondo Peskov, dall’inizio della “operazione speciale” russa in Ucraina, Washington starebbe obbligando i suoi alleati ad allinearsi alla posizione americana anche a costo di destabilizzare il mercato energetico globale. Inoltre, secondo Mosca la Casa Bianca si starebbe approfittando della crisi energetica europea per vendere al Vecchio Continente il proprio gas, “tre volte più costoso” rispetto alla più economica alternativa russa.
In un’intervista al canale TV Rossija-1, il portavoce del Cremlino ha poi applaudito la decisione dell’OPEC+ di diminuire la produzione di greggio di 2 milioni di barili (a partire da novembre), che era stata definita da Biden come una scelta “miope”. “Una posizione responsabile che serve a bilanciare le condotte illegali che gli Stati Uniti stanno portando avanti”, le parole di Peskov.