Il gasdotto Nord stream ha registrato danni “senza precedenti” a tre linee del gasdotto ed “è impossibile in questo momento stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino” dell’infrastruttura.
A comunicarlo in una nota è lo stesso consorzio Nord Stream, dopo che lunedì le autorità svedesi e danesi avevano identificato perdite di gas nel Mar Baltico che hanno provocato un calo di pressione su due sue linee del gasdotto, il principale trasportatore di energia dalla Russia all’Europa.
Non è ancora chiaro cosa abbia provocato il danneggiamento della pipeline. Alcuni esperti, tra cui le autorità russe, non hanno escluso l’ipotesi di un sabotaggio.
“Le fughe di gas dal Nord Stream sono sotto indagine – ha detto il segretario di Stato Antony Blinken in una conferenza stampa a Washington con il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar – ma i primi report indicano che siano state causate da un attacco. Nei prossimi mesi dobbiamo lavorare per mettere fine alla dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia”.
“Ci sono alcune tracce che puntano a un attacco doloso”, ha poi dichiarato a Reuters una fonte europea, aggiungendo però che è ancora troppo presto per trarre conclusioni. “Bisogna chiedersi: chi ci guadagnerebbe?”.
Sia il Nord Stream sia il suo “gemello” Nord Stream 2 (completo ma non operativo per decisione del Governo tedesco come ritorsione per l’aggressione russa dell’Ucraina) sono da mesi al centro di una querelle energetica tra Mosca e i Governi dell’UE: la Russia ha infatti ridotto significativamente le forniture di gas all’Europa attraverso il Nord Stream 1 a causa di non meglio precisati “problemi tecnici”, che il Cremlino ritiene un effetto delle sanzioni occidentali ma che i Governi europei ritengono un vero e proprio ricatto.
Al momento della scoperta delle falle, il Nord Stream 1 non stava pompando gas.