A destra una sedia vuota, a sinistra la giornalista Christiane Amanpour, celebre volto della CNN.
La foto è stata pubblicata sui social proprio dalla reporter in polemica con la decisione del presidente iraniano Ebrahim Raisi, presente a New York in occasione della 77esima Assemblea generale dell’ONU, di non partecipare a un’intervista (già programmata) con il network statunitense. Motivo? Amanpour, che è una donna, non indossava il velo islamico.
“E così ce ne siamo andati. L’intervista non c’è stata. Con le proteste che continuano in Iran e la gente che viene uccisa, sarebbe stato un momento importante per parlare con il presidente Raisi”, ha scritto l’anchor britannica di origine iraniana. “Credo – ha spiegato la reporter – che non voglia essere visto con una donna senza velo mentre nel suo Paese infuriano le proteste”.

Negli ultimi giorni la Repubblica Islamica deve infatti fare i conti con vaste manifestazioni di piazza dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta dopo essere stata arrestata dalla “polizia morale” nella capitale Teheran perché non indossava correttamente il velo. Le proteste hanno coinvolto circa una trentina di città in tutto il Paese, e l’intervento repressivo della polizia avrebbe provocato almeno 31 morti (la televisione di Stato parla invece di 17 decessi, divisi tra manifestanti e agenti). Molte donne si sono tolte il velo e gli hanno dato fuoco in segno di protesta.
Durante il suo intervento al Palazzo di Vetro, il presidente USA Joe Biden ha affermato che Washinton è “al fianco delle coraggiose donne iraniane”, mentre lo stesso Raisi ha criticato i “doppi standards” morali dell’Occidente. Dal 1981, un editto impone a tutte le donne iraniane di indossare il velo in luoghi pubblici, con pene che vanno dalle frustate al carcere.